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Fondo risparmiatori, seconda chance anche per chi ha già avuto un…

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Fondo risparmiatori, seconda chance anche per chi ha già avuto un ristoro

Banche risolte e indennizzi a maglie larghe: chi ha già fatto una transazione – come una ascoltatrice di Radio 24 che ha raggiunto un accordo per un ristoro pari al 9% di quanto investito – «potrà partecipare al fondo, decurtando però la parte che ha già percepito in virtù dell'accordo raggiunto. Quindi, il 30% meno il 9%, nel caso dell’ascoltatrice, se si tratta di azioni». È una delle precisazioni sulle novità del Fondo indennizzo risparmiatori, in base a quanto deciso nel decreto legge crescita, atteso nei primi giorni di settimana prossima in Gazzetta Ufficiale. Ad anticipare e confermare i contenuti del decreto legge è stato l'avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione nazionale consumatori, intervistato questa mattina da Debora Rosciani a «Due di denari» su Radio 24.

ASCOLTA L'AUDIO / L'intervista di Corrado Canafoglia (Unione nazionale consumatori) a Radio 24

Anche chi ha già ottenuto qualcosa dovrà però rientrare nei requisiti? Cioè essere entro i 35mila euro di imponibile Irpef o i 100mila di beni mobiliari? «Chi si trova al disotto di uno tra questi due criteri, può partecipare al fondo e percepire automaticamente l'indennizzo. Se invece – spiega Canafoglia – si trova al di sopra, allora dovrà passare attraverso il vaglio del cosiddetto arbitrato attenuato. Una procedura abbastanza semplice per verificare se si ha diritto al fondo».

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Canafoglia ha ricordato che in questa ultima versione del Fondo indennizzo (in base a quello che è stato previsto nel decreto legge Crescita varato martedì scorso, in seconda approvazione) «si prevede la possibilità di elevare il tetto dei 100mila euro di beni mobiliari a 200mila, ma solo se ci sarà l’approvazione di Bruxelles. Quindi, fino ai 100mila euro si può entrare a far parte del Fondo, dai 100mila ai 200mila inizierà una interlocuzione con la Commissione europea. Questo ultimo aspetto ci lascia un po’ perplessi perché siamo in prossimità delle elezioni europee e il rinnovo dei vari organismi, inevitabilmente, comporterà dei tempi di attesa. La volontà del Governo è comunque quella di portare avanti questa richiesta di innalzamento».

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E chi vaglierà i casi di “arbitrato attenuato”? «Ci sarà una commissione di nove “saggi”, che dovranno avere conoscenza della materia bancaria e del diritto. Ci siamo battuti – riferisce Canafoglia - perché i “saggi” siano realmente terzi rispetto alle vicende dei crack bancari. Cioè che non abbiano avuto niente a che fare né con le banche in questione né con organi di controllo esterni».
Si calcola – ha ricordato Rosciani - che potranno entrare circa 200mila risparmiatori nel meccanismo di ristoro automatico. «Questi risparmiatori dovranno fare una domanda – ha spiegato Canafoglia – molto semplice e per via telematica. Stiamo lavorando per cercare di ridurre al massimo gli adempimenti necessari e le richieste di documenti». Sarà Consap a gestire le domande, per anlogia con casi simili? «Dovrebbe essere così», ha risposto Canafoglia. «Questa è l’indicazione che arriva dal ministero e dovrà poi essere confermata nei provvedimenti attuativi del decreto legge Crescita».

Rispetto al primo calendario ipotizzato dalla legge di bilancio, però, i tempi si sono molto allungati. Lo stesso Canafoglia ha ricordato che, inizialmente, si attendevano entro gennaio i decreti attuativi per il Fondo. A questo punto il decreto legge Crescita detterà nuove regole, alle quali dovranno seguire nuovi provvedimenti attuativi. I “ristori”, quindi, calcolando i tempi per l'attuazione e quelli per il vaglio delle richieste, automatiche e no, potrebbero arrivare nelle tasche dei risparmiatori a novembre o dicembre.

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