Startup - Lightup
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la luce tra cultura e innovazione nell’era digitale

Mai come oggi, la luce è insieme un fattore architettonico e funzionale, che punta a coniugare bellezza e innovazione nel nome della sostenibilità.

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La transizione verso una società a emissioni zero impone certamente l’abbandono di sistemi energivori, ma l’orizzonte non è per forza l’austerity, quanto il consumo sostenibile e personalizzato, reso possibile in particolare dalla digitalizzazione.
Nuovi materiali, a partire dall’introduzione dei LED, nuove applicazioni e digitalizzazione, appunto, consentono di progettare una luce efficace, dinamica, flessibile e adattabile.
È iniziata così una trasformazione radicale del settore dell’illuminazione che richiede sempre più una diffusione estesa e capillare della cultura della luce e della progettazione. Che coinvolge architetti e progettisti al pari di lighting designer, produttori, imprese di installazione e manutenzione degli impianti. Quando parliamo di cultura dell’illuminazione, infatti, non ci riferiamo solo alla qualità della luce impiegata per illuminare un edificio, un’infrastruttura o un’opera d’arte in un museo. La luce stessa è ormai considerata materiale di costruzione, e saper illuminare significa rispettare le regole e l’ambiente, garantire il benessere e la sicurezza delle persone, valorizzare correttamente gli spazi e permetterne una corretta fruizione.
La valorizzazione del territorio e delle eccellenze artistiche e culturali non è più slegata dalle
esigenze di funzionalità e sicurezza, insomma. E le nuove tecnologie consentono di trasferire sensazioni, immaginazioni e pensieri in spazi visivi nuovi. Non si tratta soltanto di illuminare, di comunicare, ma anche di utilizzare la luce per provocare emozioni, per definire identità e anche marcare differenze.
Gli esempi in giro per il mondo sono notevoli e vari. C’è il caso della Prospettiva Nevskij di San Pietroburgo, che nei suoi quasi cinque chilometri di lunghezza srotola una serie impressionante di modelli architettonici - quasi a rappresentare un manuale storico - ognuno illuminato in modo tale da mettere in risalto le proprie differenze.
Oppure il progetto che a Roma, per qualche mese, ha fatto pulsare le luci di piazza del Popolo ogni volta che nella maternità del Policlinico Gemelli nasceva un bimbo, trasformando un fatto privato in collettivo e amplificando attraverso la luce un’emozione. O ancora, il museo del cinema di Amsterdam, l’EYE, progettato dallo studio viennese Delugan Meissl Associated Architects sull’idea di considerare il film un’illusione di luce in movimento da tradurre in architettura. E, per tornare in Italia, l’illuminazione della Fondazione Feltrinelli di Milano, la cui progettazione si è sviluppata insieme a quella architettonica e che si articola in modo diverso nei vari piani dell’edificio e al loro stesso interno, secondo l’utilizzo.
In tutti i casi, anche se cambia l’impiego della luce, resta ferma l’idea del dialogo con l’ambiente, con le nuove tecnologie - dalla domotica all’Internet of things, nei sistemi urbani - e al tempo stesso la riduzione dei consumi energetici, che è diventata anch’essa una “arte”..
Il lighting designer, che qualcuno ha definito come un “direttore della notte”, assume un ruolo rilevante nel far interagire persone, luce e spazio. E la luce (ma anche il gioco delle ombre) può contribuire a rispondere a nuovi standard emozionali o di convivialità, dando una lettura personale e diversa rispetto alle abitudine dei frequentatori dei luoghi. Magari spingendo l’attenzione delle persone su aspetti della città meno scontati. E usando anche la luce come strumento di lettura degli spazi nelle zone meno centrali.
Queste tematiche saranno affrontate a Napoli il 21 e 22 maggio al congresso nazionale dell’Associazione culturale AIDi ( Associazione Italiana di Illuminazione). Un’occasione per discutere, ragionare e approfondire, con relatori di fama nazionale e internazionale, tutte le principali tematiche legate alla luce e alle nuove tecnologie che consentono di progettare un’illuminazione più efficace, flessibile, di amica e di elevata qualità. Per ulteriori informazioni https://www.congressonazionale.aidiluce.it/