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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2014 alle ore 06:42.
Si "accende" una nuova linea di alta tensione, l'elettrodotto da 500 megawatt fra Trino Vercellese e la periferia sud di Milano che serve a rendere più fluido lo scorrere della corrente elettrica francese che s'ingolfa nel Piemonte orientale. Il beneficio stimato da Terna, la Spa dell'alta tensione, è dell'ordine dei 60 milioni di euro l'anno sulle bollette elettriche di famiglie e imprese. È meglio misurabile il beneficio in termini di paesaggio: la posa di quei 95 chilometri con pali di design fra le risaie vercellesi e della Lomellina ha significato togliere di mezzo 215 chilometri di vecchie linee sfiatate sostenute dalle centinaia di tralicci brutti, diventati inutili, che sottolineavano l'orizzonte della pianura.
La linea Trino-Lacchiarella ha avuto i collaudi nelle settimane scorse, è costata a Terna Rete Italia circa 300 milioni e, rispetto ai tempi infiniti che i "no" locali impongono a questo tipo di opere, il lavoro è durato un lampo, appena due anni e mezzo. Come se fossimo in Europa.
La Spa guidata da Flavio Cattaneo ha esperienza di relazioni con sindaci e assessori di tutt'Italia: ne deriva un accordo con l'Anci, l'associazione dei Comuni. Cattaneo e il presidente dell'Anci, Piero Fassino (sindaco di Torino), oggi firmeranno un'intesa che consentirà a Terna e ai municìpi di condividere il tracciato delle future linee di alta tensione e i luoghi dove posare i tralicci, armonizzando i programmi elettrici con i piani regolatori e gli altri strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dei Comuni.
Qualche dettaglio sull'opera. L'elettrodotto attraversa tre province e 34 comuni e – come dicono gli ingegneri – "sbottiglia" il flusso di corrente a basso prezzo che arriva dalla Francia, evita di disperdere 220 milioni di chilowattora l'anno e rimette in marcia le centrali elettriche piemontesi e liguri, tenute spente per l'eccesso di corrente intasata nella rete del Nord-Ovest.
Per la posa hanno lavorato 500 addetti e 50 imprese. Ora dalla Francia entrano liberamente nelle zone di consumo dell'Alta Italia i 500 megawatt di corrente francese sbloccati anche dal rifacimento del collegamento alpino di Piossasco-Cornier, uno degli interventi previsti dagli Accordi di Nizza del 2007 tra Italia e Francia. L'intesa nizzarda prevede anche un nuovo elettrodotto con la Savoia", in corso di costruzione nel tratto italiano.
Terna stima che le maggiori opere realizzate in questi anni (qualche esempio: il colossale cavo sottomarino Sapei tra Sardegna e Toscana o la Matera Santa Sofia nel Mezzogiorno) abbiano contribuito a ridurre i sovraccosti dovuti all'intasamento del mercato con un beneficio di 5,4 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per le opere principali già realizzate e 3,4 miliardi di costi minori per la migliore gestione dei flussi di energia, il cosiddetto dispacciamento.
Gli investimenti sulla rete – circa 8 miliardi di euro dal 2005 con la posa di 2.500 chilometri di nuova rete – hanno consentito di allineare quasi ovunque i prezzi della zone di mercato a quello medio nazionale, mitigando gli sbalzi di prezzo pagati alla Borsa elettrica. All'appello manca però ancora la linea Sorgente-Rizziconi per la Sicilia, dove non a caso ci sono ancora prezzi energetici pazzi (si veda l'articolo qui sotto), e fatica a procedere in Veneto il progetto Dolo-Camin tra Venezia e Padova.
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