Da Barcellona a Torino, le città europee dove gli "scambi" di cittadini sono una risorsa
Nei giorni in cui la Svizzera chiude le frontiere, uno studio sulla libera circolazione rivela che i cittadini Ue che si trasferiscono in altri Paesi dell'Unione sono una grande risorsa per colmare le lacune del mercato del lavoro, far crescere nuovi settori e controbilanciare l'invecchiamento demografico
di Irene Giuntella
3. Libera circolazione nell'Ue / Amburgo
Corbis
Amburgo è stata caratterizzata da una forte immigrazione fin dal dopoguerra a causa della carenza di manodopera. Almeno il 30% della popolazione ha una storia di migrazione, il 13,6% degli abitanti è costituito da cittadini stranieri e il 4,3% da cittadini immigrati Ue, prevalentemente giovani, altamente qualificati. Il gruppo più numeroso è rappresentato da cittadini polacchi. La lunga storia di immigrazione fa di Amburgo un luogo particolarmente accogliente. Non è un caso che anche nel consiglio comunale il 7,4% dei membri abbia un background di migrazione. Importanti sono state le politiche e le iniziative per l'integrazione nei settori dell'istruzione, della formazione linguistica, il riconoscimento dei titoli di studio e la naturalizzazione degli stranieri .
Nel 2013 , l'amministrazione locale ha sviluppato una strategia "Integration Concept" e "We Concept", basata su "partecipazione , dialogo interculturale e coesione ". Secondo i dati del 2011, il 25,6% degli impiegati immigrati che vivono ad Amburgo ha un livello di istruzione qualificato, mentre nel 2001 solo il 13% possedeva un titolo di istruzione superiore. Questo è il risultato dell'incremento del livello di istruzione, ma anche del riconoscimento dei diplomi di istruzione tecnica o superiore.
Negli ultimi anni le necessità del mercato del lavoro locale sembrano essersi ridotte, come si è ridotta anche la differenza del salario medio tra lavoratori locali e lavoratori stranieri. Ma resta ancora forte la richiesta, ad Amburgo e in Germania in generale, di manodopera per posti di lavoro non qualificati.
©RIPRODUZIONE RISERVATA