Ritenuta del 20% sui bonifici dall'estero. Ecco come funziona

Dal 1° febbraio banche obbligate alla ritenuta del 20% sui bonifici in arrivo dall'estero alle persone fisiche. Le ritenute saranno automatiche (a meno di precedente richiesta di esclusione) e spetterà poi al contribuente dimostrare che le somme non hanno natura di compenso "reddituale". Ecco le risposte degli esperti ai quesiti dei lettori del Sole24Ore che spiegano come funziona questo prelievo.

di Stefano Mazzocchi

8. Ritenuta del 20% sui bonifici dall'estero / Il quesito: il rimborso di uno stage europeo

UN ITALIANO CHE FA UNO STAGE PRESSO UN ORGANISMO EUROPEO DELLA DURATA DI 6 MESI PAGATO 700 EURO AL MESE E QUESTI 700 EURO VENGONO VERSATI TRAMITE BONIFICATO SUL CONTO CORRENTE ITALIANO, COINTESTATO CON I GENITORI, DEVE PAGARE L'IMPOSTA DEL 20%?
Fermo restando la verifica dell'imponibilità della borsa di studio ai sensi dell'art. 50, co. 1 lett. c) del Tuir, il caso prospettato, non rientra fra le categorie che prevedano la ritenuta d'ingresso del 20%.
Infatti, si ricorda che sono assoggettate a ritenuta d'ingresso, i bonifici provenienti dall'estero che siano rappresentativi delle seguenti fattispecie impositive:
-gli interessi e proventi, diversi da quelli bancari, derivanti dall'impiego di capitali all'estero;
-le rendite perpetue e i compensi per le prestazioni fideiussorie, conseguite al di fuori dell'Italia;
-le plusvalenze derivanti da cessioni di immobili, terreni edificabili e partecipazioni qualificate, detenuti all'estero;
-i redditi derivanti dai canoni di locazione, concessione in usufrutto e sublocazione di beni immobili all'estero e quelli di natura fondiaria, ivi compresi i canoni dall'affitto di terreni per usi non agricoli;
-i proventi conseguiti dalla locazione, affitto, noleggio o concessione in uso di veicoli, macchine e altri beni mobili, comunque, detenuti all'estero.