Pulizie di primavera? Cominciamo a farle in Rete. Come e perché cancellare le tracce di imbarazzanti sciocchezze dalla vostra identità online (soprattutto se cercate lavoro o volete iscrivervi a un master)

Ricordate quel commento sprezzante sul posto di lavoro che non riuscivate ad ottenere e ora vi offrono? Ritorna sempre nelle ricerche online. C'è poi quella foto su Facebook in cui tracannate un barile di alcol, e quel tag che vi perseguita fin dal lontano addio al celibato/nubilato, per non parlare del video (da censurare) al matrimonio del vostro migliore amico. Le tracce lasciate in rete sono tante, molte più di quel che pensiamo, e cominciamo a notarle solo quando ci dedichiamo alle pulizie della nostra reputazione.

di D.Aq.

1. Pulizie di primavera / Il passato (online) non deve inquinare il futuro

Quando si fa domanda presso una business school oppure per un lavoro arriva anche il momento di controllare la propria presenza online e ripulirla di scatti o affermazioni compromettenti. La pratica di scandagliare i profili dei candidati da parte dei responsabili della selezione si è estesa dalle aziende alle scuole: come sottolinea su Forbes Matt Symonds, esperto del tema e autore di "Getting the MBA Admission Edge", non esiste una politica ufficiale di controllo online, ma quel che si trova in rete può influenzare di fatto le decisioni. Anche perché i social media confondono i confini tra vita privata e professionale, e le attività "virtuali" raccontano molto della nostra identità. Le nostre tracce – dice Symonds - devono combaciare con l'immagine restituita dai curricula che presentiamo: il proprio brand si costruisce sul posto di lavoro, sul mercato ma anche sui social, da non prendere sottogamba (citofonare Justine Sacco, ex responsabile delle pubbliche relazioni di Iac, licenziata a tempo di record a causa di un tweet razzista).