17 ottobre 2005 |
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Via all'etichettatura obbligatoria del pollamedi Nicoletta Cottone |
Da oggi scatta l’obbligo di etichettatura del pollame.
Polli, tacchini, galline, faraone, quaglie, oche, anatre e struzzi dovranno mostrare la propria carta d’identità tramite un’etichetta che certifichi la provenienza. I consumatori avranno così la sicurezza di acquistare pollame italiano, sicuro, come ha attestato anche la Fao. Insieme al bollino sanitario, alla data di scadenza, al peso e al prezzo, l’etichetta sulle confezioni di carni bianche intere o sezionate indica anche la nazione di provenienza del prodotto (IT per l’Italia), seguita da tre cifre che, in base ai codici Istat, segnalano comune di allevamento e sigla della provincia. Tre cifre individuano, poi, l’allevamento vero e proprio. Un numero indica, inoltre, il lotto di produzione e dà la possibilità di risalire al luogo di nascita dell’animale, al tipo di alimentazione effettuata, al percorso compiuto dallo stabilimento di macellazione alla distribuzione. Una sorta di pedigree, dunque, che consentirà di rassicurare i consumatori sulla provenienza dell’animale. Per i prodotto elaborati, come ad esempio i wurstel, viene stampato solo il nome della nazione d’origine. La violazione degli obblighi comporta la sospensione dell'attività da un minimo di 7 a un massimo di 21 giorni«La nuova etichettatura del pollame - dice Vincenzo Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - permetterà al consumatore di scegliere con certezza il prodotto allevato in Italia, ma, soprattutto, con riferimento agli allarmi suscitati dall' influenza aviaria, la nuova sigla dà garanzia che i polli così contrassegnati possono essere consumati senza alcun rischio».
I prossimi incontri
Intanto la presidenza britannica dell’Unione europea ha convocato martedì 18 ottobre a Bruxelles un Consiglio degli esteri straordinario dedicato ai negoziati Wto: all’ordine del giorno anche l’influenza aviaria, che sarà anche al centro dell’incontro informale nel Regno Unito dei ministri della Salute dell’Unione il 20 e il 21 ottobre. Si discuterà anche dell’acquisizione di farmaci per la prevenzione e delle terapie più idonee per contrastare l’eventuale pandemia.
In Italia, invece, il Senato è chiamato ad approvare mercoledì il decreto varato dal Governo in tema di misure precauzionali.
I comportamenti alimentari
L’emergenza aviaria sta modificando i comportamenti di acquisto di oltre la metà degli italiani, con il risultato di una riduzione del consumo di polli del 32 per cento, con un crollo dei prezzi negli ultimi tre mesi di oltre il 40 per cento. «La positiva decisione - dicono alla Coldiretti - di chiudere le frontiere con la Romania assunta dall’Unione europea per fonteggiare l’emergenza aviaria deve essere accompagnata da misure di salvaguardia e prevenzione negli allevamenti italiani che rischiano di essere condizionati dagli effetti psicologici sul mercato dei consumi». In Italia si producono circa 1,2 milioni di tonnellate di carne avicola in 6.100 allevamenti, con un impegno di circa 80mila lavoratori, considerando anche le strutture di macellazione e trasformazione, con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro.
Intanto nel nostro Paese si ribadisce che il pollame italiano è sicuro. «I controlli in Italia - spiega il sottosegretario alla Sanità Cesare Cursi - sono tra i più rigorosi d’Europa. Oltre all’azione di autocontrollo effettuata dalle stesse aziende, le autorità pubbliche, fra i quali veterinari Asl e carabinieri dei Nas, svolgono una costante azione di monitoraggio di tutta la filiera avicola: dalla fase dell’allevamento alla distribuzione del prodotto finale, passando ovviamente per la lavorazione e la distribuzione. Particolare attenzione è attribuita al tema dell’eventuale somministrazione dei medicinali agli animali, disciplinato da un apposito provvedimento normativo».
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