Il re pugliese del grano, importatore di livello mondiale e fornitore dei produttori leader di pasta nostrana (anche biologica), finisce dietro le sbarre con l'accusa di avvelenamento di sostanze alimentari e di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari a fine di ingiusto profitto: insomma, un arricchimento illecito attraverso la miscelazione di alimenti tossici con altri perfettamente commestibili.
La Guardia di finanza ha arrestato Francesco Casillo, 39 anni, amministratore e responsabile vendite estere del Molino Casillo di Corato (Bari), azienda leader in Italia (pur restando una semplice srl) nella produzione di semola di grano duro e tra i maggiori importatori di grano, primo utilizzatore privato del mondo con un milione di tonnellate.
L'arresto di Casillo è legato al sequestro effettuato a settembre nel porto di Bari di una partita di grano duro di 58 mila tonnellate proveniente dal Canada con la motonave Loch Alyn sotto bandiera di Hong Kong e risultata contaminata da ocratossina, una sostanza fortemente cancerogena che si teme sia entrata nel circuito del consumo. L'ocratossina nuoce sia se assunta direttamente, attraverso le farine, sia attraverso il consumo di carni di animali nutriti con mangimi alterati. Casillo avrebbe agito in violazione alle norme comunitarie che vietano di mescolare grano in cui la tossina in questione superi le 5 parti per 0,50 microgrammi per kilogrammo (come indicato anche dal ministero della Salute) con altro prodotto, rendendolo pericoloso per la salute pubblica.
L'arresto è avvenuto sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Trani Michele Nardi su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Antonio Savasta. Le Fiamme Gialle spiegano che a carico dell'imprenditore «elementi probatori sono stati forniti dalle testimonianze rese dai responsabili dei laboratori chimici indipendenti a cui Casillo, in occasione del primo sequestro operato nello scorso settembre, si era rivolto per ottenere, anche con raggiri e false promesse di future commesse, una certificazione della assoluta salubritá del cereale e della totale assenza in esso di sostanze tossiche quali la ocratossina». Tutto questo, proseguono le Fiamme Gialle, «nonostante lo stesso imprenditore coratino, che vanta una posizione di monopolio di fatto nel settore della commercializzazione dei cereali e dei suoi derivati, fosse in possesso sin dal momento dell'acquisto concluso in Canada, di una certificazione della competente autorità di controllo canadese attestante la presenza, seppur nei limiti previsti dalla normativa comunitaria, di una contaminazione da ocratossina del prodotto da importare».
Molino Casillo vende semola ovunque nel mondo e rifornisce pastifici in Albania, Brasile, Cipro, Egitto, Emirati Arabi, Ghana, Haiti, Israele, Libia, Kenya, Malta, Sudan e Tunisia. «Da sempre - si legge sul sito web del Molino Casillo - la nostra semola è scelta dai migliori pastifici, espressione della migliore tradizione italiana. I nostri clienti ci scelgono costantemente perché sanno di poter contare su un prodotto ed un servizio sempre affidabili, che non temono confronti. L'ottimizzazione dei processi potenzia ed esalta la qualità della nostra semola senza intaccare la sua storica genuinità».