Le battaglia sulle tasse che infiamma la campagna elettorale è tornata a divampare giovedì sera dopo che il leader dell'Unione, Romano Prodi, ha tacciato di «delinquenza politica» la campagna della Casa delle libertà contro le proposte del Centro-sinistra in materia di fisco (da tradurre nello slogan «attenti italiani, voglioni aumentare le tasse») di «delinquenza politica», attribuendone la paternità principalmente al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che aveva precisato: «Vogliono aumentare al 25% l'aliquota per gli autonomi».
Prodi, dopo una giornata di accese polemiche e di nuove puntualizzazioni sulle proprie proposte, è partito al contrattacco senza giri di parole accusando gli avversari di affermare il falso. Poco prima il candidato premier aveva perso le staffe anche con un radioascoltatore che gli chiedeva se la coalizione di Centro-sinistra si sbriciolerà alla prima occasione di confronto vero, la Finanziaria.
La replica di Berlusconi e Tremonti. Nel giro di un'ora dalla dichiarazione di Prodi è arrivata la replica di Silvio Berlusconi: «Delinquenza politica? Ma si rende conto il candidato della sinistra di quale gravissima espressione ha usato nei confronti della coalizione che rappresenta la maggioranza del Paese e che governa l'Italia?». Subito dopo è stata la volta di Gianfranco Fini. «La definizione di delinquenti politici rivolta agli avversari dimostra che a Prodi sono saltati i nervi. Altro che serenità al governo! Il candidato dell'Unione è in piena crisi isterica». Gelido Tremonti: «Molto fine, capisco che è disperato». Il ministro era a Cosenza, a una manifestazione di Forza Italia. «Nel programma dell'Unione - ha commentato il vicepremier - c'è scritto, in italiano, che i fondi per la copoertura del taglio di cinque punti del cuneo fiscale vengono procurati armonizzando. Dove c'e' scritto armonizzazione, si legge armonizzazione, ma si capisce tassazione. Prodi ha detto a Vicenza: "riduco da 32 meno 5 punti di cuneo a 27, però livello l'autonomo a 18,5 per cento. Ebbene, 18,5 più 5 fa 23,5 per cento. Prodi - ha aggiunto Tremonti - si sta incartando con le sue mani. Allora io capisco che è disperato ed usa espressioni tipiche dell'uomo disperato, accusando di delinquenza. Mi dispiace delle sua condizioni di salute, ma torno a dire che se c'è qualcuno che fa terrorismo è Bertinotti. È stato lui a dire che la grande ricchezza inizia da 180mila euro, cioe' da un normale appartamento sopra quello hai già».
Scivolone in radio. «Questo è matto...». Romano Prodi nella giornata di giovedì era già incappato in una gaffe quando si è lasciato sfuggire questo commento dopo che un ascoltatore di «Radio anch'io» gli ha chiesto se la sua coalizione si sbriciolerà alla prima finanziaria. Pausa pubblicitaria, poi il Professore, pentito, si scusa, addebitando la frase alla concitazione. Troppo tardi, la marcia indietro non basta: il putiferio si è scatenato lo stesso. Il «matto» detto da Prodi ha stimolato subito ricordi truculenti tra gli esponenti del Centro-destra: Il «libro nero del comunismo», con i manicomi criminali dell'Urss, i processi di Mosca, le purghe staliniane. «Sta venendo alla luce il vero Prodi - ha subito osservato il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi - non quello apparentemente bonario e conciliante, tutto unità e concordia, ma quello autentico, fatto di cattiveria, di spirito vendicativo contro i suoi avversari, come ha precisato pubblicamente chi lo conosce bene».