Luciano Moggi, il figlio Alessandro e tutte le persone che risultavano soci della Gea all'epoca dell'avvio dell'inchiesta della procura di Napoli, nel 2004, risultano indagati per associazione per delinquere finalizzata alla frode in competizione sportiva.
È quanto emerge dalla seconda e ultima proroga delle indagini preliminari disposta, su richiesta dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, nei mesi scorsi.
Si tratta di uno stralcio dell'inchiesta principale sul calcio scommesse condotta nel 2004 dai magistrati napoletani (tuttora in corso nei confronti di buona parte degli indagati, mentre per altri è stata disposta l'archiviazione). L'indagine è stata avviata in seguito alle dichiarazioni di Dal Cin, nel giugno 2004, che aveva parlato di una «combriccola» di arbitri controllata dalla Gea.
Il titolo di reato ipotizzato (associazione per delinquere) avrebbe consentito agli inquirenti di disporre intercettazioni telefoniche che coprono pertanto un arco di tempo successivo o a quello in cui si fermano le intercettazioni fatte dalla procura di Torino. I pm sono dunque in possesso di una serie di elementi che si riferiscono all'intero campionato 2004-2005. Le conversazioni sono comunque coperte da segreto investigativo in quanto, al momento, l'inchiesta non è approdata ancora nella fase di deposito di atti, come potrebbe essere un'avviso di conclusione delle indagini preliminari o l'emissione di misure cautelari.
In casa Juventus, intanto, il giorno dopo la conferenza stampa dell’amministratore delegato Antonio Giraudo, si pensa solo alla penultima partita di campionato, in programma domani a Torino contro il Palermo. Luciano Moggi ha fatto visita alla squadra, caricandola in chiave scudetto, al di là della bufera abbattutasi ancora una volta sul club bianconero. Parla, invece, un altro ex di lusso della Vecchia Signora, l’attuale allenatore milanista Carlo Ancelotti. «Mi limito a fare due considerazioni: la prima è che questo è certamente un colpo basso per tutto l'ambiente, per tutti gli allenatori e per tutti i giocatori. La seconda che ci sono degli organi competenti che devono accertare i fatti e quindi nel caso prendere i giusti provvedimenti per far sì che il calcio non perda completamente la sua credibilità», ha detto il mister rossonero, che difende comunque la sua ex società, parlando di un «ottimo rapporto con Moggi e Giraudo» e aggiunge, conciliante: «Non ho mai avuto, in questi giorni, il sospetto che il vantaggio della Juve non fosse regolare».