Entro 15 mesi dall'approvazione della legge Gentiloni una rete Rai e una Mediaset saranno trasferite sul digitale: lo ha stabilito il Consiglio dei ministri, approvando all'unanimità il disegno di legge di riforma dell'assetto del sistema radiotelevisivo, messo a punto dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni.
ll trasferimento di una rete sul digitale, spiega il ministro, «è una misura che incentiva una migrazione, non una misura punitiva».

Nel decreto, ha spiegato il ministro Gentiloni, ci sono anche norme che rafforzano
le garanzie pubbliche nel sistema della rilevazione degli indici d'ascolto.

Il provvedimento stabilisce il criterio di definizione di "posizioni dominanti" nel mercato della raccolta pubblicitaria tv indicando la soglia del 45 per cento. Per chi sfora questo tetto non è prevista una sanzione, ma una riduzione della possibilitá di trasmettere pubblicitá. «I soggetti che sono in posizione dominante - spiega il ministro delle Comunicazioni - non diventano oggetto di multe e sanzioni. A loro si applica una diversa misura di riduzione dell'affollamento orario della pubblicitá, dal 18 al 16%. Obiettivo dell'indicare questa misura al posto di normali misure antitrust che spesso sono 'megamultè è che questa misura al contrario di sanzioni ha un evidentissimo effetto redistributivo».
Gentiloni ha sottolineato che il provvedimento approvato consente la liberazione di un quantitativo significativo di frequenze importanti per la transizione al digitale. «Così l'Italia - dice il ministro - comincerà ad assomigliare a un paese normale e un operatore che vorrà entrare sul mercato potrà farlo, mentre oggi c'é una situazione di occupazione di fatto». La liberazione delle frequenze avverrà con due modalità diverse, a seconda di come le frequenze sono state acquisite. «Per quelle acquisite in base alla legge 66 del 2001, che introduceva la compravendita (trading) di frequenze, verrà stabilito un dovere di vendita da parte di chi le possiede. Non ci sarà, dunque, una restituzione allo Stato, ma saranno vendute con criteri stabiliti dall'autorità, mentre per le frequenze utilizzate di fatto, invece, é prevista la restituzione allo Stato. E poi verranno messe a gara».

Intanto Silvo Berlusconi da Campobasso per la campagna elettorale regionale, risponde a chi gli fa notare che il Governo, con la riforma Gentiloni, può togliere una rete a Mediaset: «Non ci credo, sarebbe un atto di banditismo e non sarebbe più una democrazia quel Paese in cui una parte politica andasse al governo e intendesse colpire l'avversario attraverso le sue aziende e le sue proprietà private. Non ci credo». Sull'accusa taglia corto il ministro Gentiloni: «Banditismo? Non è il mio settore». più diplomaticamente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta spiega: «noi crediamo che il confronto tra maggioranza e opposizione sul provvedimento approvato oggi possa esserci e soprattutto debba avvenire in Parlamento».

Il ministro Gentiloni ha anche annunciato che nelle prossime settimane presenterà un disegno di legge di riforma della Rai.