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Il premier Romano Prodi

1 ottobre 2006

Prodi difende la Finanziaria e avverte: «Rischioso scendere in piazza contro la manovra»

S.Bio.

«L'Italia è il più iniquo tra i grandi Paesi europei per quel che riguarda la distribuzione dei redditi.

Questa Finanziaria corregge questa tendenza, perché altrimenti il Paese non tiene e perché un Paese moderno e solidale ha il dovere di correggere questa tendenza, ed è una finanziaria che passerà indenne in Parlamento».
A dirlo è stato il presidente del consiglio, Romano Prodi, che oggi ha scelto Milano per presentare la manovra insieme al ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, a quello del Lavoro, Cesare Damiano, e delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini.

In particolare Prodi ha inistito più volte sul concetto di redistribuzione dei redditi operato dalla Finanziaria approvata venerdì dal Consiglio dei ministri: «Dobbiamo martellare su questa cosa finché non verrà capita da tutti». A sostegno delle argomentazioni di Prodi è intervenuto anche il ministro dell'Economia che, incalzato dai giornalisti, ha così riepilogato l'effetto della revisione delle aliquote e degli scaglioni Irpef: «La soglia rilevante è quella dei 40mila euro: sotto questo livello c'è uno sgravio fiscale e sotto questo livello si trova oltre il 90% dei contribuenti. Sopra questo livello inizia ad aumentare leggermente e in particolare i redditi sopra i 75mila euro avranno una aliquota al 43%». Ma sopra i 75mila euro, ne è convinto il ministro, «non c'è il ceto medio».

Padoa-Schioppa punta così a ribaltare l'accusa della Cdl alla Finanziaria dell'Unione, ovvero di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Per il ministro dell'Economia è l'esatto contrario: «Con la Finanziaria leviamo le mani di alcuni cittadini dalle tasche dello Stato e dalle tasche di altri cittadini», ovvero si recupera gettito dall'evasione fiscale che «vanno scritti come recupero dell'efficienza della pubblica amministrazione» e non come aggravio della pressione fiscale. Un esempio per tutti: «In Italia la maggior parte delle ville di campagne sono accatastate come case al servizio di un podere agricolo».

Padoa-Schiopa respinge poi l'accusa che a fronte di una diminuzione del prelievo dello Stato ci sia un aggravio delle imposte locali: «Noi diamo agli enti locali la capacità di imporre tasse. Ma non sta scritto da nessuna parte che gli enti locali dovranno aumentare le tasse». Anzi, aggiunge Prodi, «ci sarà una diminuzione delle tasse locali perché i Comuni parteciperanno alla lotta all'evasione».

Lo stesso Prodi ha invitato le opposizioni alla riflessione, per quanto riguarda la decisione di indire manifestazioni di piazza contro la finanziaria. «Queste decisioni devono meritare riflessioni molto più attente perchè - ha spiegato - è una finanziaria che porta lo sviluppo e la giustizia sociale, che aiuta le categorie più deboli e che non si vergogna di fare questo. Andare in piazza contro una finanziaria di questo tipo - ha aggiunto - può anche essere politicamente rischioso». «Mi rendo conto - ha proseguito Prodi - che può essere oggetto di protesta. Ma per una finanziaria che porta sviluppo e giustizia sociale è politicamente rischioso scendere in piazza perchè la gente si rende conto di cos'è la finanziaria e avrà esitazioni ad andare in piazza. Mi sembra di una semplicità estrema».

Quanto all'accusa di non mantenere le promesse elettorali, Prodi insiste: «Sullo sviluppo abbiamo mantenuto le promesse, lo abbiamo fatto con il cuneo fiscale e con altri provvedimenti. Capisco che qualcuno si è stupito del fatto che le promesse vengono mantenute ma noi lo abbiamo fatto». Di più: «Prodi ha definito la manovra «tranquillizzante per i mercati internazionali». «Siamo tranquilli sul giudizio della agenzie di rating», rimarca il ministro dell'Economia, anche perché «le agenzie si accorgono con grande ritardo di cosa succede nel Paese e a volte alzano il giudizio quando le cose vanno male e lo abbassano quando cominciano ad andare bene».
Il presidente del consiglio ha poi evidenziato come la manovra sciolga i dubbi non solo negli osservatori finanziari «ma anche politici perchè c'è il giudizio della commissione europea», ricordando come il fatto di aver riportato il deficit sotto il 3% con una sola finanziaria «annulla i timori emersi nei mesi scorsi».

E ancora, precisa Padoa Schioppa, «la Finanziaria 2007 ha portato i conti fuori dalla zona rossa e questo è uno dei principali obiettivi della manovra del governo, al quale si affiancano una grande redistribuzione del carico fiscale» in direzione di una maggiore equità, «una spesa pubblica spostata verso lo sviluppo, riducendo il costo di pesanti strutture della Pubblica amministrazione». La stessa manovra avvia anche profonde riforme, come il federalismo fiscale, quello del sistema previdenziale e sanitario, ha aggiunto. Padoa-Schioppa ha fatto poi riferimento alle critiche: «Il giudizio finora è stato dato su un oggetto sconosciuto. Il documento va letto, spiegato, capito e la tirannia delle informazioni quotidiane giornalistiche impedisce di avere cognizione completa della questione, non solo ai giornalisti, ma per certi versi anche a noi».

Passando alle cifre, come precisa anche il comunicato di Palazzo Chigi, questa Finanziaria 2007 si sviluppa secondo «i tre principi guida strettamente interconnessi di crescita, risanamento, equità» ed è pari ad un «importo complessivo, realizzato tutto con interventi di natura strutturale, di 33,4 miliardi di euro (circa 2,2 punti di pil), di cui: 18,6 miliardi (circa 1,2 punti di pil) per interventi finalizzati a promuovere la crescita, lo sviluppo economico, l'equità e la giustizia sociale; 14,8 miliardi ( circa 1 punto di pil) destinati alla riduzione del deficit». Il ministro dell'Economia affida a una metafora la fase della messa a punto della manovra. «È stato un parto difficile, una lunga gestazione. Sinora abbiamo sentito solo gli strilli della sala parto e il bambino deve essere ancora ripulito: mi sento un padre convinto che l'opera sia stata buona e orgoglioso che il suo nome sia parte del nome di questo neonato», ha detto. Precisando ancora i numeri il ministro ha spiegato che «Il contributo complessivo degli enti locali alla manovra, esclusa la Sanità, è di 4,3 miliardi». «In cambio - ha poi aggiunto - gli enti locali ottengono la soppressione dei tetti di spesa e una maggiore autonomia impositiva». In particolare, sul primo punto, il ministro ha spiegato che gli enti locali «ottengono la soppressione dei tetti di spesa fissati sulle diverse categorie di spesa, che non era coerente con l'autonomia e il federalismo fiscale. Sono aboliti i tetti e resta solo un plafond sui loro saldi che si chiede dovranno migliorare».

Sul secondo punto, l'autonomia impositiva, Padoa-Schioppa cita «l'introduzione di tasse di scopo come la tassa sul soggiorno, l'amministrazione del catasto, la compartecipazione Irpef» sottolineando ancora che «dare la capacità di imposizione fiscale non vuol dire aumentare le imposte: c'è la possibilità, ma non c'è scritto da nessuna parte che lo devono fare». Per quanto riguarda ai rapporti con i governi locali «si realizza un passo fondamentale verso un federalismo corretto con un'autonomia nella spesa e una responsabilità sul fronte delle entrate dei governi locali». Questo è stato realizzato, ha sottolineato il ministro, «in cambio di un contributo degli enti locali alla manovra, che hanno accettato di ridurre i loro saldi». Nel campo del servizio sanitario, ha continuato il ministro, si è raggiunta, «direi quasi miracolosamente, una leggera diminuzione della spesa per il 2007, dopo 6 o 7 anni che essa cresceva a tassi di quasi il 7%». In campo previdenziale, infine, è stato sottoscritto un memorandum governo parti-sindacali. Obiettivo dell'intesa (per cui si lavorerà dal primo gennaio al 31 marzo 2007) è risolvere lo squilibrio per cui i giovani «pagano una parte abnorme per sostenere vecchietti come il sottoscritto e non avranno poi una pensione equivalente». Lo stesso ministro ha fatto ricorso ad un'altra immagine metaforica per descrivere lo stato dei conti pubblici trovati al momento dell'insediamento del governo: una spesa pubblica «disidratata, ai margini della desertificazione».

E ancora: conti pubblici «lasciati in grande squilibrio e difficilissimi da risanare» nonostante il mancato finanziamento di «funzioni importantissime» dello Stato, tanto che «riesce difficile capire come mai non ci fosse un bilancio in forte avanzo». La spiegazione del ministro è semplice: le risorse tagliate in settori fondamentali erano «finite nelle componenti rigide della spesa pubblica, quelle che alimentano sé stesse e non servizi e infrastrutture per i cittadini. In settori come le infrastrutture, la cultura, il turismo, l'ambiente, mancavano risorse fino al punto che si rischiava di veder cessare del tutto queste funzioni importantissime. Veniva rafforzata la spesa pubblica non riducibile», nonostante la Finanziaria del 2006 avesse operato «economie di spesa quasi brutali, che sembravano esaurire le possibilità di intervento». Due esempi: il blocco del turn over fino al 2007 e finanziamenti per le Fs «fissati a 300 milioni invece che ai consueti 3 miliardi». Ora, rivendica il ministro, con la Finanziaria varata venerdì «spostiamo risorse dai settori della spesa "induriti" ai settori come la scuola, la ricerca, l'università, le infrastrutture», quei settori che possono rilanciare lo sviluppo». Tanto più che la Finanziaria è stata varata «con il consenso e con uno strettissimo dialogo con il Paese», ossia Regioni, enti locali, e parti sociali».

Nella manovra finanziaria approvata dal governo è previsto anche lo «spostamento del catasto ai Comuni» ha annunciato in proposito il presidente del consiglio. «Ai Comuni - ha spiegato Prodi - si spostano dei poteri che non comportano aumenti delle tasse locali. Spostare il catasto ai Comuni vuol dire andare a vedere chi affitta in nero e chi no. Questo vale per le grandi città come Milano, ma è ancora più evidente nelle località turistiche».

Non dimentica le donne questa manovra , come sottolinea orgogliosa il ministro Pollastrini. Il governo Prodi è il primo ad avere «avviato un piano per l'occupazione femminile in Italia, decidendo di utilizzare parte degli incentivi dedicati alle imprese in modo che venga favorita l'occupazione rosa» ha detto il ministro per le Pari opportunità, sottolineando che questa misura verrà attuata in città come Milano ma anche e soprattutto nel sud Italia e che si tratta di un piano quinquennale destinato a portare il tasso di occupazione femminile in Italia al livello della media europea. La Pollastrini ha anche voluto citare altri due importanti provvedimenti contenuti nella manovra e cioè lo stanziamento di risorse «per investimenti mirati ad allargare la costruzione di asili nido in Italia e lo stanziamento, non piccolo, destinato alla costruzione di un osservatorio nazionale contro la violenza sulle donne». La Pollastrini ha poi fatto esplicito riferimento anche agli impegni che Prodi aveva preso con il sindaco di Milano Letizia Moratti e il presidente della Regione Lombardia Formigoni nel tavolo per Milano. «In Finanziaria ci sono risorse per l'agenzia per l'innovazione - ha detto il ministro - uno dei progetti di cui avevamo discusso insieme, ci sono risorse per il progetto della costruzione della biblioteca europea a Milano, ci sono risorse per la promozione della candidatura italiana per l'Expo 2015».

Quanto alle pensioni il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, è intervenuto per spiegare che nel 2007 non verrà chiusa nemmeno una delle quattro finestre previste per le pensioni d'anzianità. «Non ci sarà nessun cambiamento: chi nel 2007 avrà 57 anni di età e 35 anni di contributi o 40 anni di contributi, e vuole andare in pensione, potrà farlo. L'innalzamento dei contributi sarà per i lavoratori autonomi e i parasubordinati», ha spiegato il Ministro. E ancora, per Damiano si tratta di «una finanziaria straordinaria perchè bisogna mettere in ordine i conti del Paese, quindi servono molte risorse». Il ministro ci tiene a precisare, però, che al contempo «accanto al rigore, la finanziaria è capace di introdurre elementi di equità». E non solo di equità ma anche di «stabilizzazione del lavoro». «È stata fatta in modo - ha sottolineato Damiano - che tornasse un'idea, quella della stabilizzazione del lavoro, di percorsi che diano sicurezza ai nostri figli e siano di lotta alla precarietà». E questo secondo il ministro porterà «vantaggi all'imprenditoria perchè dà incentivi importanti per il lavoro che da flessibile diventa stabile e, quindi, si va nella direzione di una maggiore competitività del sistema delle imprese e anche di sicurezza del lavoro».



 

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