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13 novembre 20056

Prodi: «Siamo come una squadra di calcio che parte da -26 punti»

«La fiducia, se la discussione va in modo normale, non la mettiamo, se invece si attuano tattiche dilatorie in modo che non si arrivi mai alla decisione, allora è chiaro che la mettiamo». Lo afferma, riferendosi alla Finanziaria, il Presidente del Consiglio, Romano Prodi. «Oggi come oggi - dice - faccio di tutto per evitarla». Secondo il premier, comunque, «la fiducia è ancora evitabile», spero -precisa Prodi «che non sia inevitabile». Poi ricorda che la fiducia «è stata messa un'infinità di volte dal Governo precedente» e, sottolinea «non è che sia un fatto straordinario». Quindi ribadisce «spero e faccio di tutto perchè non sia necessaria» ma sottolinea che «se la discussione è portata avanti in modo artificioso», allora la «fiducia è stata costruita apposta per evitare i ritardi nei dibatti parlamentari». Poi, per descrivere la situazione del Paese, utilizza due metafore: «L'Italia è come una squadra di calcio che parte da meno 26» e «il meno 26 nasce dai 20 miliardi di euro necessari per rientrare nei parametri europei e sei per riparare al deficit» e ricorre anche all'immagine del Titanic: «Non siamo come i passeggeri del Titanic che continuavano a divertirsi mentre la nave affondava. La nostra nave è robusta, ma se non cambiamo direzione andremo in balia delle onde». Ricorda: «Tutti i problemi che ho posto non si risolvono nel bilancio di un anno. Per questo ho proposto un bilancio di cinque anni, anche se non sono sufficienti a risolvere tutto. Ma nel primo anno bisogna indicare la direzione».
La strada individuata è chiara: «Basta con le corporazioni - dice Romano Prodi - ora bisogna fare gli interessi del paese. Guai se avessimo fatto una Finanziaria solo di difesa. Ho voluto fare una manovra che andasse oltre per dare più risorse al paese».
Su temi strettamente politici, il Presidente del Consiglio ribadisce: «Basta con le frammentazioni, io non sono uomo per tutte le stagioni e sono giunto a Palazzo Chigi dopo le primarie e con il voto degli italiani che alle elezioni ci hanno dato fiducia e la forza per governare». E sulla legge elettorale: «Ha portato ad una frammentazione cinicamente voluta».
Il premier torna anche sulla vicenda Telecom: «Appena è cominciato il viaggio in Cina è cominciato un attacco del tutto costruito», e ribadisce di non aver avuto nessuna influenza, a dimostrazione, spiega, che quando si è cominciato a costruire la politica economica del governo «gli ostacoli sono sempre più forti».



 

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