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1 novembre 2006 |
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Berlusconi più popolare di Prodidi Fabio Carducci |
Come due elettrocardiogrammi paralleli, le curve della fiducia verso Romano Prodi e Silvio Berlusconi hanno oscillato una sopra l'altra fino all'estate. Il premier in galleggiamento attorno a "quota 30" (in percentuale sugli intervistati), Berlusconi in lento declino dal 22 al 16% sul finire di luglio. Ma alla ripresa parlamentare i tracciati hanno preso a convergere inesorabili fino a quando, una decina di giorni fa, si sono incrociati. Il sorpasso si è consumato a quota 21 per cento. Entrambi gli sfidanti in caduta di consensi, ma Prodi (sceso a 20) più di Berlusconi. La doccia fredda, più volte vaticinata ma non per questo meno sgradita, è arrivata a Palazzo Chigi proprio ieri l'altro. L'aveva preannunciata un sondaggio Ipr Marketing (per Repubblica), ma stavolta in calce ai numeri ingrati c'è il timbro di Eurisko, l'istituto che il governo ha incaricato di misurare con cadenza settimanale la pressione agli italiani. L'incrocio pericoloso risalta nero su bianco a pagina 6 del sondaggio, in coincidenza della settimana che va dal 15 al 22 ottobre. Settimana horribilis per il governo impantanato nella Finanziaria. Mentre ancora non si è spenta l'eco delle polemiche sulla riforma tv di Gentiloni, lunedì il toto-manovra sale a 40 miliardi. La mediazione con le imprese sul Tfr è ancora in gestazione. Martedì porta la cattiva novella della tassa di successione in tre aliquote, mercoledì gli appelli malandrini del Cavaliere ai parlamentari "insoddisfatti" del centro-sinistra. Giovedì piove la legnata del declassamento da parte di Standard & Poor's e di Fitch. Venerdì Prodi prova a difendere la manovra: «Scontenta tutti? Allora è seria». Ma sabato Berlusconi e la Cdl cavalcano da Vicenza una piazza già sufficientemente "calda" di suo, mentre gli industriali bollano la manovra come pavida sulle riforme. Il clima è maturo per il sorpasso.
Su cui ora a Palazzo Chigi, rilevazione Eurisko alla mano, si riflette con preoccupazione. Il portavoce di Prodi, Silvio Sircana, ha denunciato nei giorni scorsi «qualche difetto di comunicazione». Per poi ammettere che il deficit sta anche nella politica.
Si badi che Berlusconi non è all'apice di una rimonta schiacciante, anzi. Secondo Eurisko ha perso l'1% circa rispetto alla quota di coloro che "avevano fiducia" in lui a metà maggio, all'indomani dell'insediamento del governo. Va meglio l'opposizione nel suo complesso: quasi il 20% del campione ne "valuta bene" l'operato (contro il 4% circa del 25 giugno). Mentre la maggioranza ha bruciato tutto il capitale di giudizi positivi che aveva accumulato prima dell'estate.
Eurisko misura anche il gradimento di ministri e leader politici. Così, se le "azioni" di Prodi come primo ministro hanno perso in autunno 10 punti percentuali (da 29 a 19%, con qualche delusione anche tra gli elettori del centro-sinistra), Antonio Di Pietro, Livia Turco, Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani guidano, nell'ordine, la classifica dei ministri che "hanno operato bene". D'Alema è primo per notorietà, seguito da Di Pietro, Rutelli e Mastella. Tutti i ministri del governo e i leader del centro-sinistra sono però accomunati dal trend discendente.
In casa avversaria, frattanto, Berlusconi non la fa più da padrone. Gli "elettrocardiogrammi paralleli" della fiducia vedono sopra agli altri Gianfranco Fini e sotto, nell'ordine, Pier Ferdinando Casini, Berlusconi (che però ha ripreso Casini proprio nella terza settimana di ottobre) e, a distanza, Bossi. Fini guida anche la graduatoria bipartisan dei leader politici, seguito da Berlusconi, Rutelli, Fassino e Casini. Ma il leader di An, con il suo indice di fiducia al 30%, resta lontano dai "leader istituzionali" soppesati da Eurisko: il capo dello Stato Giorgio Napolitano è l'unico a superare il 58%, seguito dai presidenti del Senato Franco Marini, della Camera Fausto Bertinotti, e dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi.
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