Speciali in evidenza
Speciale Smau
Speciale ambiente
Speciale scuola
Speciale Auto
Un anno di rincari
Speciale mutui
Voli low cost
Speciale ETF
Studi di settore
Risparmio energetico
Auto & fisco
Navigatori GPS
Musica Mp3
Guida alle facoltà
Come risparmiare
XV Legislatura
shopping 24

Servizi

Il Sole Mobile

Servizi Ricerca

Attualità ed Esteri

ARCHIVIO »

2 novembre 2006

Il decreto fiscale collegato alla Finanziaria arriva blindato al Senato

Il Senato ha cominciato questa mattina ad esaminare il decreto fiscale collegato alla Finanziaria che nei fatti arriva blindato. Nessuno parla già apertamente di fiducia ma sia da parte del governo che dalla maggioranza si fa notare la ristrettezza dei tempi. «Il provvedimento è uno dei pilastri della manovra e un'incertezza sui tempi non sarebbe
opportuna», riferisce uno dei relatori, Giovanni Legnini dell'Ulivo, al termine dei lavori delle Commissioni Bilancio e Finanze congiunte. Anche Giorgio Benvenuto, relatore e
presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama, parla dei «tempi ristretti» e aggiunge che «se non ci sono i tempi per apportare modifiche al decreto, eventuali problemi potranno essere affrontati in Finanziaria». Per il governo ha seguito i lavori della Commissione il sottosegretario all'Economia Antonangelo Casula. Riferisce che «in teoria» modifiche sono possibili e alla domanda sulla fiducia risponde che «è una
valutazione di competenza del consiglio dei ministri». In concreto nessuno dice esplicitamente che il decreto è blindato ma sembra evidente che a un mese dalla scadenza del decreto e con un solo voto di scarto tra maggioranza e opposizione nelle Commissioni congiunte non dovrebbe essere proprio agevole apportare modifiche. Nessuno lo dice chiaramente ma nessuno neanche esclude che alla fine si sceglierà di fare passare il decreto con la fiducia.
Sui delicati equilibri interni alle Commissioni sembra al momento rientrare il dissenso di Fernando Rossi, ex Pdci. «Sulla Finanziaria ad oggi voterei contro ma sono propenso invece a votare il decreto perchè riguarda prevalentemente entrate», ha detto oggi a margine dei lavori. Non preoccupa neanche l'incognita relativa all'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. «Penso che verrà a votare in Commissione - dice Benvenuto - oppure in caso diverso si farà sostituire».
Resta dunque per la maggioranza un voto in più nelle Commissioni. L'opposizione sembra non voler prestare il destro a eventuali blindature. «Presenteremo pochissimi emendamenti», riferisce Mario Ferrara di Forza Italia aggiungendo che ha posto una
questione pregiudiziale per avere maggiori chiarimenti sulla differenza di 3,5 miliardi di euro tra il saldo netto da finanziare e gli effetti del decreto su fabbisogno e
indebitamento. Il suo giudizio comunque è negativo. «È una manovra compressiva», commenta.
Tra le questioni sollevate dai relatori ci sono le successioni e le concessioni autostradali. «Bisogna chiarire che cosa accade nella successione d'azienda - dice Benvenuto - e salvaguardare le donazioni verso le associazioni no-profit».
Legnini mette in evidenza invece che «deve essere affrontato il problema di quale incidenza ha la nuova convenzione unica per le concessioni autostradali sui contratti in essere. C'è anche un ordine del giorno della Camera accolto dal governo, è un
problema da chiarire». Ma per entrambi i fronti i relatori sottolineano che non c'è solo la via del decreto. «Se i tempi non lo consentiranno - insistono - i nodi potranno esser sciolti in Finanziaria». I lavori riprenderanno martedì con la discussione generale,
mentre per mercoledì alle 18 è fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Venerdì prossimo potrebbe già cominciare il voto in Commissione per arrivare all'approdo in Aula tra due settimane.



 

Suggerimenti

>Info quotazioni

A richiesta, via sms, la quotazione istantanea e in tempo reale del titolo che ti interessa

>Flash news

Scarica il programma gratuito, e ricevi sul tuo desktop le ultimissime notizie di economia e finanza

News