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1 dicembre 2006

I guai dei fedelissimi



Non si può parlare di Sergio De Gregorio senza parlare di Giovanni Lucianelli, suo attuale addetto stampa ma da sempre amico e socio d'affari (con lui in Aria Nagel, L'Avanti e Dossier Magazine).Anche Lucianelli ha una storia di battaglie campali in materia di raccolta pubblicitaria. Nel suo caso le testate erano il Corriere di Caserta e le Cronache di Napoli, edite dai fratelli Maurizio e Pasquale Clemente. L'11 dicembre 2003, Maurizio Clemente fu arrestato in quanto «ritenuto gravemente indiziato di estorsione continuata in concorso,per aver indotto,mediante la minaccia di pubblicazioni di articoli diffamatori, politici, imprenditori e professionisti... a stipulare contratti pubblicitari» (il processo di primo grado è attualmente in corso).
Che c'entra Lucianelli? In quanto direttore editoriale era il principale riferimento giornalistico di Clemente, ma dall'ordine di custodia cautelare risulta che era anche attivo procacciatore di raccolta pubblicitaria: «In data 19 settembre 2003, ( Lucianelli ndr)comunica (a Clemente ndr) entusiasta il reperimento di fondi pubblicitari per l'edizione casertana. " Un avviso istituzionale al volo al volo, già pagato in contanti". E gli promette di procurarsi altrapubblicità».
Non basta.Come denunciò lo stesso il senatore dei Ds Lorenzo Diana in un'interrogazione parlamentare, quando Clemente fu costretto a prendere le distanze dalle due testate in seguito agli «ingenti debiti nei confronti di personale giornalistico e di altri soggetti per condanne di risarcimento per diffamazione... la Editoriale Corriere dei fratelli Clemente si è spogliata della proprietà affidando le due testate alla Cooperativa Libra di Caserta». E chi aveva creato "al volo al volo"quella cooperativa? Giovanni Lucianelli con altre tre persone. Quella della Libra è solo una di svariate disavventure editoriali di Lucianelli. La prima riguardava un'altra cooperativa da lui creata, la Videoprogetti, che nel marzo del 1994 ricevette l'incarico di realizzare le pagine campane del quotidiano romano Il Tempo. Dopo un paio d'anni l'iniziativa si concluse con una richiesta di cassa integrazione prima respinta dall'istituto di previdenza dei giornalisti e poi oggetto di un esposto alla magistratura. Come ha documentato l'informatissimo settimanale online Iustitia.it, il nome di Lucianelli apparve conseguentemente in un atto di citazione per il fallimento della Videoprogetti in cui, assieme al padre Lucio, venne accusato di«comportamento commissivo e omissivo» che causò «un danno pari a un miliardo dilire».La vicenda si concluse con una transazione e un ( piccolo)pagamento da parte di Lucianelli. Ancora più fortunosa la conclusione di un'altra causa, questa volta penale, sempre relativa alla Videoprogetti. Il 7 marzo 1999 Lucianelli venne rinviato a giudizio per tentata truffa.
Secondo il gip, «al fine di ricevere fondi europei Pop, faceva figurare come soci 14 giornalisti assunti fittiziamente». Dopo cinque anni di rinvii, la causa si concluse il 26 marzo 2004 per intervenuta prescrizione del reato.
Un profilo eticoimprenditoriale di Giovanni Lucianelli non sarebbe però completo senza citare la sua esperienza con gli assegni scoperti. Ecco cosa si legge in una denuncia presentata nel 2000 alla Procura di Napoli: «A fronte di anticipazioni di denaro fatte in più riprese ( Lucio e Giovanni Lucianelli)rilasciavano numerosi assegni.... Successivamente,alcuni degli assegni cominciarono ad essere non onorati...Gli assegni ricevuti a firma del cognato di Giovanni Lucianelli... erano tratti su di un conto corrente addirittura chiuso circa un anno e mezzo prima della data apposta sul giro degli assegni dati dal Lucianelli Giovanni».
L'addetto stampa non è l'unico fedelissimo di Sergio De Gregorio ad avere avuto guai con la legge.
«La prima coniettura che si fa del cervello d'uno signore, è vedere li uomini che lui ha d'intorno» scriveva Machiavelli ne Il Principe.
Nel caso di De Gregorio, l'entourage sembra piuttosto offrire una conferma alle numerose "conietture" sul signore.



 

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