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| Bindi: «Basta parlare di Dico. Adesso impegnamoci per la famiglia» |
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Il Ministro per la Famiglia risponde alle critiche dei Vescovi sui "Dico": «L'Italia e la società italiana si aspettano un grande contributo dalla comunità ecclesiale. Qquesto ddl si preoccupa di tutelare nelle situazioni di fatto, la parte più debole, perchè la prima funzione della legge è regolare la realtà». Famiglia e matrimonio, sottolinea Rosy Bindi, hanno subito e continuano a subire «un forte indebolimento, pur in assenza di questo disegno di legge». E cita i dati Istat che «afferma che fra le nuove famiglie una su 4 è fondata sulla convivenza. In attesa che quell'1 su 4 possa liberamente decidere di sposarsi, forse vale la pena di tutelare la parte più debole». Il ministro ha anche sottolineato come «i nostri giovani non hanno le risorse economiche e sociali per poter investire sul grande bene della stabilità. Il matrimonio - ha concluso a margine di un convengo della Cei - si tutela con politiche attive per la famiglia e una rete di servizi che accompagnano i giovani in questa scelta di vita». A proposito della possibilità di modifiche sulla nuova normativa per le coppie di fatto sottolinea: «Abbiamo messo una buona locomotiva sul binario giusto. Se qualcuno vuole aggiungere o modificare qualcosa lo faccia, basta che non si cambi locomotiva e binario». La Bindi ricorda che il provvedimento è un disegno di legge, dunque «il Parlamento vedrà». Ma il Ministro, ora vuole guardare oltre: «Per quanto riguarda il ddl sulle coppie di fatto, i cosiddetti Dico, ho già parlato abbastanza, d'ora in poi è il momento di parlare di famiglia e di impegnarsi in suo favore».
10 febbraio 2007 |
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