La cronaca di oggi. E' stata una nottata intensa quella trascorsa a Stromboli (Eolie). L'Attività del vulcano ripresa ieri pomeriggio è continuata in maniera sostenuta. Le tre colate laviche che fuoriescono dalle tre fenditure apertesi a quota 600 metri hanno ormai raggiunto il mare e continuano ad essere ben alimentate. Tutt'ora esplosioni e lapilli accompagnano la discesa della lava lungo la "Sciara del fuoco" creatasi con l'eruzione del 2003, mentre piccoli crolli del costone vulcanico seguono il camminino della lava verso il mare dove si raffredda, consolidandosi.
Il continuare dell'attività dello Stromboli non impensierisce comunque gli esperti dell'Ingv e della Protezione civile che operano il monitoraggio costante dell'eruzione. Via libera è stata data infatti ai collegamenti con le altre isole dell'Arcipelago e con il porto di Milazzo da dove sono già partiti questa mattina presto i traghetti che collegano la Sicilia alle Eolie.
Per oggi è previsto l'arrivo del capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso, per un sopralluogo sul vulcano e per provvedere ad eventuali nuovi interventi sul posto.
Piano di emergenza. Un «aumento consistente» dell'attività esplosiva del vulcano, ha fatto scattare a Stromboli il piano di emergenza e la popolazione dell'isola è stata invitata ad allontanarsi dalla linea di costa.
Secondo quanto reso noto dalla Protezione Civile, il monitoraggio costante cui è sottoposto lo Stromboli - sulla base dei parametri e degli studi disponibili - ha individuato un aumento dell'attività del vulcano nei pressi dell'area sommitale prossima alla Sciara del fuoco. Le bocche eruttive dello Stromboli, situate a circa 600 metri, sono tre e si trovano alla base sommitale del vulcano. Tutte e tre attraversano la Sciara del Fuoco per poi arrivare in mare. Lo hanno precisato alcune guide autorizzate che, per conto della protezione civile di Stromboli, hanno effettuato un sopralluogo sul vulcano. Il vulcano Stromboli si erge con le sue cime gemelle a 927 metri sopra il livello del mare. Le autorità locali sono già state avvisate ed è stato attivato il sistema di protezione civile, con la presenza a Stromboli di un vulcanologo e del personale del centro operativo avanzato. Il piano di emergenza è scattato in via precauzionale e per avvertire la popolazione sono state attivate le sirene dislocate nei vari punti dell'isola delle Eolie.
Per gli abitanti dell'isola il piano d'emergenza non rappresenta però una novità in quanto sono state svolte diverse esercitazioni proprio per far sì che la popolazione sapesse cosa fare in caso di necessità.
Quella visibile è solo la parte emersa del maestoso vulcano di 3.000 metri di altezza il cui volume complessivo è 25 volte più grande di quello della parte fuori dal mare.
L'isola di Stromboli nasconde la sovrapposizione di più vulcani che possono essere riconosciuti osservando i resti delle loro forme e dei loro prodotti, sia lavici sia esplosivi.
Dai tempi più remoti della sua emersione dalle acque del Tirreno fino al momento attuale, l'isola mostra la sua storia di violente esplosioni e di tranquille ma inarrestabili colate laviche, di crolli e rapide ricostruzioni, in un avvicendamento di eventi che è, per i vulcanologi, materia di studio. L'isola si caratterizza dalla mancanza quasi totale di strade, dal paesaggio dall'aspetto selvaggio. Il tutto sovrastato dal vulcano che metodicamente ricorda la sua presenza con sbuffi di fuoco e lapilli.
Stromboli è un vulcano in attività "persistente", caratterizzato da esplosioni di moderata energia che ricorrono con una frequenza media di 10-20 minuti. «L'energia relativamente contenuta delle esplosioni ordinarie e la persistenza dell’attività, non impediscono al vulcano - si legge sul sito del Dipartimento della Protezione Civile - di produrre anche fenomeni eruttivi violenti e maremoti in grado di creare pericolo sia nella parte alta della montagna, sia, in misura minore, nelle zone abitate».
Sull’isola si trovano infatti due centri abitati: Stromboli e Ginostra, situati rispettivamente lungo la costa nord-orientale e sud-occidentale.
Attività ordinaria. Le esplosioni dell’attività ordinaria sono caratterizzate dal lancio di brandelli di lava, gas e ceneri con associata ricaduta di materiali pesanti fino ad una distanza di alcune centinaia di metri dalle bocche. I sentieri utilizzati per la salita al Pizzo Sopra la Fossa non sono quindi normalmente interessati dalla ricaduta di materiale. Saltuariamente (con cadenza circa decennale) l’attività è accompagnata da emissioni di lava che si riversano in forma di colata all’interno della Sciara del Fuoco. L’attività persistente e le effusioni laviche non costituiscono una fonte di pericolo diretta per i centri abitati e per gli escursionisti, sebbene l’attività effusiva possa introdurre degli elementi di instabilità del versante della Sciara del Fuoco e indurre processi franosi anche di grosse dimensioni con conseguente possibile formazione di maremoti.
I fenomeni in grado di recare pericolo al di fuori della Sciara del Fuoco sono le esplosioni parossistiche e i maremoti.
Esplosioni parossitiche. Hanno un carattere improvviso e consistono in vere e proprie "cannonate", accompagnate da forti detonazioni, che lanciano bombe e blocchi a distanze di uno/due chilometri dai crateri. La caduta di materiali pesanti interessa la parte alta della montagna ed occasionalmente i centri abitati.
Oltre alla caduta di materiale pesante, altri pericoli connessi alle esplosioni parossistiche sono gli incendi innescati dalla ricaduta di materiali incandescenti sulla vegetazione e la formazione di valanghe di materiale caldo che possono scendere nel Vallonazzo e nella Rina Grande/Schicciole fino al mare.
Maremoti. Hanno ricorrenze medie di 20-50 anni, presentano intensità medie inferiori a quella del 30 dicembre 2002 ed avvengono, normalmente, in coincidenza con le esplosioni violente o con frane di grosse dimensioni.
Il maremoto del 30 dicembre 2002 è stato innescato da una grande frana sottomarina poi propagatisi nella parte emersa. Il sistema di sorveglianza operante a Stromboli, centralizzato presso il Centro Operativo Avanzato, permette di riconoscere l'eventuale approssimarsi di tali fenomeni e di segnalare alla popolazione il possibile accadimento di eventi pericolosi.