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Intese con anarchici e mafia

di Marco Ludovico

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14 febbraio 2007

Incontri non proprio occasionali con il mondo antagonista, anarcoinsurrezionalista e no global. Rapporti più o meno preordinati con la criminalità organizzata. Diffusione capillare sul territorio, così intensa da non poter escludere una presenza anche nel Centro e Sud d'Italia.La galassia dell'eversione rossa è molto più ampia dello spaccato ufficialmente emerso nell'inchiesta condotta dalla pm Ilda Bocassini in Piemonte, Lombardia e Veneto. La realtà sotto osservazione, infatti, va ben oltre i 15 arresti, i 70 denunciati e gli 80 luoghi perquisiti. Superando la linea tracciata dall'ordinanza di rinvio a giudizio emessa dal gip Guido Salvini si incontra infatti un mondo più ampio,per ora senza riscontri penali ma non privo di potenziali minacce. Perchè la strategia «entrista », com'è stata definita, dei seguaci della II posizione delle Brigate Rosse, ha dato nel tempo i suoi frutti in termini di seguito di consensi. «E non possiamo affatto escludere che in questi anni ilPartito Comunista Combattente sia cresciuto» spiega una fonte qualificata dall'Antiterrorismo.
A differenza della clandestinità assoluta del gruppo costituitosi intorno a Nadia Lioce, che ha fatto della lotta armata una priorità strategica, i terroristi del Pcc hanno impostato un'azione di doppio livello:da una parte altrettanta riservatezza, dall'altra un'azione sistematica didiffusione e proselitismo dei programmi eversivi. Un'attività a tutto campo che non poteva non infiltrarsi in tutti i terreni fertili: gli atenei, i centri sociali, il sindacato e in generale il mondo del lavoro.
In quest'ultimo caso la situazione attuale, a dispetto del clamore degli arresti, è forse meno pericolosa di qualche anno fa, quando alcuni conflitti — legati alla delocalizzazione e alla chiusura di alcune fabbriche — resero il clima problematico. «Oggi la nostra attività sul territorio è diffusa e improntata alla massima attenzione — dice il direttore dell'Antiterrorismo, Carlo De Stefano —ma i fenomeni più insidiosi riguardano soprattutto fatti sporadici del passato» come le tensioni che si verificarono alla Piaggio e alla Fiat.
Certo è che il Pcc pesca agevolmente nel mondo antagonista e dei centri sociali: non è un caso che la massa di arrestati e denunciati lunedì si divida in modo netto tra 50enni e ragazzi tra i 20 e i 30 anni al massimo.Risultano anche incontri con gli anarco insurrezionalisti. Nessuna alleanza strategica, più di un'occasione per stabilire intese tattiche fissate, di volta in volta, per gli scopi comuni: questa è la diffusa interpretazione degli esperti di antiterrorismo.
Benché non ne sia stata data conferma ufficiale, inoltre, controlli della Polizia sono stati svolti anche al Sud, dove non manca l'eversione ma soprattutto quella che, quando era al Viminale, il ministro Pisanu chiamava «illegalità politica».
Nell'ordinanza del gip Salvini, poi, emerge la frequentazione di questi terroristi con la criminalità organizzata, indispensabile fornitrice di armi di cui la 'ndrangheta, in particolare, è leader nazionale e internazionale nel traffico e il commercio.
In questo quadro dovrà rispondere oggi alle 11.30 a Montecitorio il ministro dell'Interno Giuliano Amato. Stretto tra le tesi della destra, pronta a sostenere l'assoluto potenziale eversivo dei no global, e la sinistra radicale, che sugli arresti di martedì ha espresso dubbi e perplessità. La verità. molto probabilmente, sta nel mezzo.

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