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70 miliardi da Berlusconi alla Lega? Bossi querela Sasinini

di Sara Bianchi

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23 marzo 2007


«È un mondo di merda... che a uno gli passa la voglia di far politica». Così Umberto Bossi commenta la notizia dell'appunto con il presunto accordo che il leader leghista avrebbe siglato con Silvio Berlusconi. La nota è stata trovato tra i documenti sequestrarti all'ex giornalista di Famiglia Cristiana Guglielmo Sasinini, che Bossi ha già dato mandato di querelare. Si dice «amareggiato», il Senatur, ma non perde la verve ironica: «Figurarsi... una balla spaziale. Berlusconi è uno che non tira fuori un soldo nemmeno per pagare i manifesti elettorali... Figurarsi se tira fuori dei soldi per la Lega!».
Da Forza Italia interviene il portavoce del Cavaliere per registrare le indiscrezioni come «ridicole fantasie inventate di sana pianta».
Gugliemo Sasini è coinvolto nell'inchiesta milanese sulle indagini illegali che già aveva portato in carcere i vertici della Security Telecom e Pirelli e l'ex numero due del Sismi, Marco Mancini. Ieri mattina al giornalista è stata notificata una nuova ordinanza di arresto con il beneficio della detenzione in casa. Ed è l'ordinanza di custodia cautelare, che ha portato in carcere 13 persone, il testo dove sono citati i riferimenti in questione. Il Gip scrive: «Sasinini dimostra con le annotazioni di suo pugno di essere stato investito da Tavaroli del compito di occuparsi proprio degli aspetti più inquietanti che le deviazioni del Gruppo Telecom Pirelli hanno mostrato nel tempo». E riporta un'annotazione del giornalista: «in quel periodo pignorata per debiti la casa di Bossi». Tra gli appunti trovati nell'agenda sequestrata, le annotazioni di Sasini riportano schematicamente il presunto «accordo»: l'epoca è quella del «pre governo Berlusconi» (il primo, quello del 1994) e si fa cenno alla cessione di «70 miliardi» di lire, «dati da Berlusconi a Bossi in cambio della totale fedeltà». Nella nota si legge: «notaio milanese?», «periodo. In quel periodo pignorata per debiti la casa di Bossi» e ancora: «debiti già ripianati con 70 mld».
Tra le annotazioni compare anche il nome di Tremonti senza però alcun ulteriore dettaglio nè legame con l'accordo presunto.
Nella nuova ondata di arresti figurano due personaggi che hanno fatto parte di servizi segreti stranieri: Fulvio Guatteri, ex ufficiale di collegamento tra l'intelligence francese e italiana - ai domiciliari a Roma - e Gianpaolo John Spinelli, ex agente Cia, irreperibile, negli Usa. Al centro di questo nuovo capitolo dell'inchiesta (la quarta ordinanza) c'è l'attività della Global Security Service, che l'ex investigatore fiorentino Emanuele Cipriani - titolare della Polis d'Istinto - aveva definito in un interrogatorio «canale d'accesso a fonti riservatissime internazionali». Gli altri destinatari dell'ordine di custodia cautelare sono alcuni dei personaggi già arrestati nella stessa inchiesta: Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza Telecom; Fabio Ghioni, che dell'azienda curava la sicurezza informatica; Pierguido Iezzi, di Pirelli; oltre a Guglielmo Sasinini e a una serie di ex poliziotti e carabinieri, molti diventati investigatori privati.
Vasta la gamma degli interessi del gruppo e della Global Service, secondo il gip Gennari, il quale scrive che la parola d'ordine era «monitorare tutto». A cominciare dallo spionaggio nei confronti della moglie di Marco Tronchetti Provera, Afef che Tavaroli -secondo la testimonianza di Ghioni- riteneva «un elemento incontrollabile e una fonte di vulnerabilità per l'azienda». Una vulnerabilità, emersa da alcune riunioni tra gli indagati, motivata, soprattutto, dai « rapporti tra la signora e l'onorevole Berlusconi e Tarek Ben Ammar, rapporti risalenti ai tempi di Squattriti, ex marito della signora Afef».
Nell'ordinanza di custodia cautelare è riportata anche l'operazione «Fantasmi», «rivolta - secondo il gip Giuseppe Gennari - contro i componenti dell'autorità del Garante delle Comunicazioni». L'operazione, secondo Marco Bernardini, era stata commissionata dall'ex capo del Tiger Team, Fabio Ghioni, dopo che «Telecom aveva subìto una multa molto consistente» dal Garante e doveva servire «per verificare se qualcuno di loro aveva preso soldi dai concorrenti». Accessi abusivi all'Anagrafe Tributaria sono stati eseguiti nel dicembre 2004, nei confronti, tra gli altri, di Michele Grillo, componente dell'Autorità e di sua moglie, Valeria Amendola, altra componente dell'Autorità di controllo, e di due donne, dipendenti Fastweb.

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