Non era una malattia grave, certamente si è trattato di «un malore». Romano Prodi, nel programma "Una poltrona per due", su Radio24, ha spiegato al direttore Giancarlo Santalmassi che di fatto è stata crisi, e crisi vera. «Ma da certi malori - ha spiegato il presidente del Consiglio - si esce rinvigoriti. Tutti i singoli parlamentari, i partiti, sono stati messi di fronte alla realtà. Questo è importante». La coesione - ha aggiunto Prodi - «non è mica detto che venga solo con la carote. Può venire anche col bastone. La maggioranza adesso è coesa perché ha capito che non ci sono margini per giocare. La fifa fa 90». Si è trattato, aggiunge, di «un ultimatum a tutti, non c'erano mica solo i radicali. No, no. Ultimatum a tutti. Siamo qui con un programma, adesso lo si rispetti. Chi sbanda, a destra o a sinistra, fa cadere il Governo».
Legge elettorale, «saggio rinviare il referendum». Segni: «Assurdo». «La legge elettorale è il primo punto ma non è da adempiere da una sola parte: ho bisogno dell'aiuto della minoranza e il presidente della Repubblica Napolitano ha fatto bene a insistere perché con questa legge elettorale ci sarà sempre difficoltà a governare». Così Prodi ha rilanciato l'invito ad una collaborazione a tutto campo per cambiare la legge in vigore. Possibilità di un accordo? «Per ora non so, siamo ancora lontani. Per ora non c'è un'opione comune e le distanze restano». Tuttavia se si avviasse un vero dialogo in Parlamento per cambiare la legge elettorale sarebbe «saggio» rinviare il referendum. Immediata la risposta del leader referendario Mario Segni: «La richiesta di Prodi di rinviare la raccolta di firme è assurda. Prodi sa bene che l'unica speranza perché dal Parlamento esca qualcosa di buono è la pistola puntata dei referendum. I nemici della riforma sono gli altri e non noi. Perciò non rinvieremo nemmeno di un'ora e cominceremo a raccogliere le forme il prossimo 24 aprile, come avevamo detto».
Cinque anni per cambiare il Paese. Durante l'intervista il premier ha ribadito che per fare le cose per bene non si può andare troppo di fretta. «Io dico: dateci tempo. Abbiamo fatto un programma per cinque anni». Prodi ha ricordato di non aver mai detto che il programma «sarebbe stato fatto in un anno. Noi siamo qui da nove mesi, in nove mesi non si fa nemmeno un bambino. Tra qualche mese l'opinione pubblica capirà che abbiamo fatto bene, allora dirò agli alleati: ragazzi, abbiamo completato un progetto e ora ne godete tutti i vantaggi, compresi i vantaggi politici». Insomma, era «importantissimo» superare la crisi. E «fra poco ci sarà il gusto dei risultati».
Liberalizzazioni, si faranno nonostante gli scioperi. La nuova «lenzuolata» di liberalizzazioni interesserà i servizi e le professioni. È questo l'obiettivo indicato dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi, nel corso dell'intervista a Radio 24. «Là dove c'è poca concorrenza, in ogni settore ognuno deve fare la sua parte», ha detto Prodi. E al direttore Santalmassi che, viste le reazioni nei mesi scorsi dai tassisti agli avvocati, gli faceva presente le possibili resistenze e proteste da parte delle categorie interessate, il premier ha replicato con una domanda retorica: «Che vuole, che non faccio le liberalizzazioni perché scioperano? Rammento che la reazione dei taxi è stata assorbita. I benzinai stanno facendo sciopero, mai noi non siamo tornati indietro».
Tasse, gli evasori «cominciano a pagare, come dieci anni fa». Capitolo fisco. Prodi ha accennato al cuneo fiscale, il regime di tassazione sul costo del lavoro. «L'Ue non boccerà il cuneo fiscale, che abbiamo concordato. Alcuni aspetti dell'applicazione sono discussi, ma si va secondo me verso soluzione positiva». Poi il presidente del Consiglio ha aggiunto che non è vero che la pressione fiscale aumenta. «Non abbiamo aumentato le imposte, sono aumentati gli introiti perché la gente comincia a pagare. L'Iva, ad esempio, riflette l'andamento dell'economia in modo diretto. Gli evasori cominciano a pagare. È la prima volta? No, era cominciato ad accadere anche dieci anni fa. E se noi manteniamo l'impegno della lotta all'evasione, sará possibile ridurre le tasse».
La Tav è utile, c'è interesse del Paese. Altro tema rovente, la linea ferroviaria veloce Torino-Lione. Va assolutamente realizzata perché è «utile e importante» e anche se è giusto dare ascolto agli interessi locali, «c'è un interesse del Paese e dell'Europa a che la Tav si faccia».
Ritiro delle deleghe ai sottosegretari. Il presidente del Consiglio ritirerà le deleghe ai sottosegretari che non si dimetteranno da parlamentari. «Ritirerò le deleghe, e lo posso fare, a coloro che non rispettano questa incompatibilità (fissata nei 12 punti programmatici, ndr)». Prodi, però, precisa che il problema dei sottosegretari che non si dimettono dipende in buona parte, «dal Parlamento che respinge le dimissioni per mettere in difficoltà il Governo».
Cambiare le regole del voto al Senato, plauso a Cossiga. Romano Prodi ritiene «molto saggia» la proposta di modifica del regolamento di Palazzo Madama, presentata dal senatore a vita Francesco Cossiga. «Il fatto che al Senato l'astensione venga considerata come un voto contrario, non esiste in nessun Parlamento del mondo. In nessun Parlamento del mondo - ha poi aggiunto il Professore - il presidente dell'assemblea si astiene. Addirittura, in certi parlamenti, in caso di parità il voto del presidente vale doppio». Con il regolamento in vigore a Palazzo Madama, ha spiegato ancora Prodi, «se la somma dei no e delle astensioni supera i i voti a favore, vince chi vota contro e questo non ha senso. Chi deve astenersi, come ha fatto nel corso della seduta sulla fiducia il senatore a vita Andreotti, deve uscire dall'aula. Questo non ha senso, è uno stranissimo regolamento».
Iraq, quali benefici? «Abbiamo solo briciole». In materia di politica estera Prodi ha contestato che la partecipazione dell'Italia alle operazioni militari in Iraq abbi portato dei benefici al Paese sul versante economico, come sostenuto dal leader dell'opposizione, Silvio Berlusconi. «Una delle ragioni per cui si spiegava si era andati in Iraq era per avere dei benefici economici, non solo il petrolio, ma io ho analizzato punto per punto tutte le commesse date a vari paesi in Iraq e non ce ne è una italiana. Abbiamo delle briciole che non si vedono neanche».