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Clean Sky, il progetto europeo per aerei più ecologici

di Chiara Beghelli

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13 giugno 2007

Un progetto da 1,6 miliardi di euro per rilanciare l'industria aeronautica europea, promuovere la ricerca e ridurre l'impatto ambientale del traffico aereo: è Clean Sky, un programma di cui si discuterà a Bruxelles nella riunione settimanale della Commissione europea. Si tratta di una partnership fra pubblico e privato che vuole promuovere l'unione fra le tecnologie eco-compatibili e i programmi aeronautici di nuova generazione. L'obiettivo è creare aerei a basso impatto ambientale, per ridurre le emissioni di gas serra fino al 40% fra il 2015 e il 2050, ma anche rilanciare l'industria e la ricerca aeronautica europea, sempre più minacciate dalla concorrenza straniera. Il documento all'esame della Commissione Europea lo dice chiaramente: se l'Europa non stanzierà fondi per lo sviluppo dell'aeronautica, il settore entrerà in una crisi irreversibile. E se il governo di Washington ha appena approvato un nuovo piano di sviluppo e già oggi gli investimenti americani in tecnologie aeronautiche sono il triplo di quelli europei, le produzioni di Brasile, Cina, Russia e India sono sempre più aggressive. L'Europa deve essere anche pronta a cogliere le opportunità offerte da un mercato che, come prevedono i ricercatori di Bruxelles, si triplicherà nel giro di vent'anni.

Per far fronte a questa situazione, le industrie europee si sono impegnate a coprire la metà dei fondi necessari all'avvio di Clean Sky, e quindi investire circa 800 milioni di euro fra 2008 e 2014: al gruppo hanno già aderito le maggiori compagnie aeronautiche europee, fra le quali Eads-Airbus industries, Rolls-Royce, Saab, Dassault e Eurocopter. Ma è anche prevista un'ampia partecipazione da parte di università, centri di ricerca e Pmi, per un totale di 86 membri.
Quello che fa sperare in un'approvazione da parte di Bruxelles è il vasto consenso ricosso dall'iniziativa fra i paesi europei, che dovranno votare lo stanziamento dei fondi: darebbe il suo assenso anche la Gran Bretagna, di solito scettica circa questi grandi progetti dell'Unione, come ha dimostrato il suo recente atteggiamento nei confronti del programma di navigazione satellitare Galileo.
D'altra parte i dati degli analisti di Bruxelles sembrano confermare la validità del programma: l'investimento di 1,6 miliardi di euro, che coprirà i primi sette anni di attviità, potrà fruttare tra i 100 e i 160 miliardi nel periodo 2015-2035. Ottime prospettive anche per il trasferimento tecnologico, il cui giro d'affari è stimato in 450 miliardi di euro.

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