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«Piero, le grandi banche non ci vogliono»

di Vincenzo Chierchia

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13 giugno 2007

La telefonata


Siamo nel pieno dell'estate rovente delle scalate. Fiorani muove su Antonveneta e Consorte prepara il suo imponente piano d'azione per conquistare la Bnl. Alcuni cominciano a pensare che le due partite si intreccino, che i manager e i finanzieri coinvolti abbiano messo in atto un piano coordinato per vincere le rispettive battaglie.

La confusione è altissima, la scalata di Ricucci a Rcs contribuisce a surriscaldare l'atmosfera. Consorte cerca in ogni modo di far capire che la sua è una partita giocata in modo pulito, anche se deve far fronte a una sorta di «boicottaggio» da parte delle grandi banche. In queste conversazioni con Fassino del luglio 2005, Consorte cerca, con qualche difficoltà, di far capire al leader dei Ds che gli attacchi a Unipol sono di ca-rattere politico, che la compagnia ha le carte in regola sotto il profilo finanziario e che è pronto persino a un accordo con gli spagnoli del Bilbao, a suo dire favorevoli a un'intesa con Unipol senza passare per Luigi Abete.

E proprio su Abete, è Fassino a rivelare un dettaglio finora sconosciuto: in un incontro riservato, il presidente di Bnl prospetta al leader politico la possibilità di un accordo con alcuni componenti del patto di sindacato - Generali e Della Valle - per chiudere la partita evitando battaglie.

Per Consorte,l'obiettivo è difendere investimento in Bnl, in particolare Bnl vita e i sui 8 miliardi di premi. A questo scopo, il Bilbao, malgrado gli attacchi pubblici, accetta di trattare con Consorte. Tuttavia, gli spagnoli non si impegnano formalmente: dicono a Consorte di chiudere l'accordo con una stretta di mano, senza nessun contratto. Offrono non solo Bnl Vita, ma anche Artigiancassa. Consorte sente aria di imbroglio, teme il voltafaccia e interrompe la trattativa. Da quel momento, avvia l'operazione Opa e Unipol diventa capofila di una offerta costruita, in tre giorni, con cooperative e banche estere (Deutsche bank, Credit Suisse e Nomura).

Una telefonata chiave avviene alle ore 10.48 del 5 luglio 2005. Fassino chiama Consorte, vuole indicazioni perchè ha ricevuto una richiesta di incontro da parte del presidente Bnl, Luigi Abete, e vuole essere informato.

«Difendiamo Bnl vita perchè una base di accordo c'è già, stasera abbiamo l'ultimo incontro, poi dobbiamo sentire i nostri organi» dice Consorte, invitando Fassino a non parlare troppo. «Sto abbottonatissimo » replica Fassino. «Noi aderiamo all'Ops (di Bbva, Ndr) e loro ci danno Bnl vita» precisa Consorte. «Siamo disponibili a comprare solo ai valori dell'Opa, insider, aggiotaggio non ne voglio correre», dice il manager.
Consorte si sfoga poi sulle resistenze del sistema bancario, denunciando a Fassino l'isolamento della compagnia. Fassino ribatte che a Opa finita si faranno i conti con chi ha ostacolato l'operazione.

«Modiano ha detto che non se ne parla, Bazoli ha detto di no, Capitalia, Geronzi ha posto il veto. Bisogna ricordarsi poi, adesso finiamo questa vicenda». «Ce ne ricordiamo di tutti» replica Fassino. «Geronzi ha posto il veto anche in Mediobanca — aggiunge Consorte — e Tronchetti ha fatto il pesce in barile».

L'incontro con Abete non duraa lungo e così Fassino richiama Consorte intorno alle 11,30 per aggiornarlo sugli esiti del confronto. «Non ho capito bene perché è venuto — dice Fassino — mi ha detto che vi state mettendo in una avventura e che dovrete avere delle autorizzazioni ».«Certo —replica Consorte —. Vogliamo seguire l'iter normale». «Ma Abete dice che non avete i parametri di legge, c'è una nuova normativa europea — rilancia Fassino. Secondo lui con il 30% gli spagnoli faranno muro, non vi lasceranno lavorare».

Il segretario ds non tace le sue perplessità sulla mossa di Abete: «Non mi ha avanzato proposte, ha detto che ci potrebbero essere degli spazi per un accordo con i vari Generali, Della Valle...». «Ma noi l'accordo lo abbiamo già — rilancia Consorte —. È con gli spagnoli del Bbva, ma forse non gliel'hanno detto. Comunque ci sono incontri in corso anche ora». «Quindi è venuto un po' così a propormi all'ultimo minuto un accordo»dice Fassino.«Un accordo facendo anche un po' di terrorismo, non sapendo cosa è stato già fatto» commenta Consorte. «Non sa che vi siete incontrati con gli spagnoli» replica Fassino. «Lo sa ma non conosce il risultato » conclude Consorte.

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