Dopo Furio Colombo anche Rosy Bindi scioglie la riserva e in una nota annuncia la sua candidatura alla segreteria del Pd. «L'appuntamento del 14 ottobre (data fissata per le primarie, ndr) ha risvegliato nel popolo dell'Ulivo nuove attese e una grande speranza nel Partito democratico», dice il ministro della Famiglia che prosegue: «queste attese
e queste speranze non possono andare deluse. Anch'io, come tanti, sento la responsabilità di un impegno in prima persona. Ho riflettuto a lungo sul contributo che avrei potuto dare a questa straordinaria opportunità per la politica e il paese. E sono ormai convinta che la scelta più giusta e più utile sia quella di presentare la mia autonoma candidatura alla segreteria del nuovo partito».
La Bindi sottolinea come questa candidatura la porti ad assumere «una responsabilità nuova ma non solitaria. È un percorso che richiederà molte energie, passione e dedizione. Sarà un impegno quotidiano, a tempo pieno». Per questo, annuncia «se sarò eletta rinuncerò a qualunque altro incarico. Consapevole del rilievo di questo impegno per la nostra democrazia e il futuro del Paese, mi dedicherò esclusivamente a questo compito entusiasmante che corrisponde ad una grande domanda di cambiamento della politica».
L'esponente Dl fa perciò appello «a tutti coloro che guardano con speranza al partito nuovo e non vogliono essere esclusi dal percorso che abbiamo avviato». E dato che entro una settimana devono essere raccolte e presentate 3.000 firme chiede «fin d'ora la vostra disponibilità. Non abbiamo molto tempo e abbiamo bisogno di ognuno di voi».
Il ministro della Famiglia mette nero su bianco le motivazioni che l'hanno spinta a sfidare Walter Veltroni e le riassume in cinque punti. Rosy Bindi scende in campo: per una vera competizione; perchè è il momento delle donne; per lavorare per un partito che creda nel bipolarismo e nella laicità; per un'Italia più libera e giusta e perchè le persone sono più forti delle regole.
Anche il suo, dopo quello presentato dal vicepremier Francesco Rutelli, è un manifesto programmatico, che Bindi presenterà giovedì insieme alle proposte per il Pd.
Le motivazioni della sua candidatura vengono così esplicitate:
Una vera competizione, perchè -sottolinea Rosy Bindi- «un partito che nel suo atto fondativo segna con coraggio una radicale discontinuità rispetto al passato e sceglie la nuova classe dirigente con una consultazione popolare ha bisogno di una competizione vera». E il Partito democratico, dice l'esponente Dl «sarà davvero quel soggetto politico aperto e plurale che abbiamo sempre voluto, se saremo capaci di andare oltre il recinto dei partiti fondatori e mescolare, insieme ai vecchi iscritti, nuovi nomi, nuove storie e nuove biografie».
È il momento delle donne: il ministro è convinta «che le donne non possano più aspettare», perchè «sono maturi i tempi per lasciarci alle spalle gli schemi e i pregiudizi culturali che hanno finora tagliato fuori o posto ai margini della politica le donne italiane». Bindi spera che la sua candidatura «serva da incoraggiamento per tutte le donne che vogliono mettersi al servizio, in prima persona, della democrazia italiana e per tutti gli uomini che in questo obiettivo si riconoscono».
Un partito che creda nel bipolarismo e nella laicità: «c'è bisogno di dar vita ad un bipolarismo finalmente maturo, senza ambiguità e tatticismi nella politica delle alleanze». «Anche per questo è necessario cogliere fino in fondo la sfida di una nuova laicità», dice Bindi, che sottolinea come «il pluralismo etico, religioso e culturale che caratterizza la società italiana» imponga «non solo un civile confronto tra credenti e credenti così come tra credenti e non credenti ma ci spinge alla ricerca di un orizzonte più avanzato di dialogo e collaborazione per il bene comune, nel quadro delle linee tracciate dalla nostra Costituzione».
Per un'Italia più libera e giusta: il Partito democratico - scrive Bindi nel suo manifesto - «deve sostenere e accompagnare l'operato del governo Prodi per superare le tante disuguaglianze - tra il Nord e il Sud, tra giovani e anziani, occupati e disoccupati - che frenano uno sviluppo di qualità. Vogliamo un'Italia più ricca ma anche più libera e più giusta».
Perchè le persone sono più forti delle regole: il Comitato dei 45 - conclude Bindi- «ha approvato un regolamento elettorale che favorisce chi può contare su una forte organizzazione. Ds e Margherita, attraverso i loro più autorevoli esponenti, hanno già dichiarato di appoggiare la candidatura di Walter Veltroni. Nonostante questi limiti sono convinta che in tantissimi, donne e uomini e soprattutto giovani e giovanissimi, che già si sentono democratici pur non militando nei partiti esistenti o sentendosi estranei ai loro apparati organizzativi, si aspettano e vogliono essere protagonisti di questa nuova
stagione».