La macchina politica per le candidure alla leadership del Partito democratico è ormai in piena azione e ora anche quella organizzativa è pronta. Entro fine luglio, probabilmente qualche giorno prima, saranno depositate le candidature. La prima ipotesi indicava come data possibile quella del 14 settembre. Poi sarà il comitato dei 45 a pronunciarsi in maniera definitiva, dopo aver approvato, l'11 luglio, il regolamento elettorale.
Da definire resta la questione legata al collegamento tra liste e candidati. Quella che ora prevale è la possibilità di abbinare più liste a uno stesso candidato segretario. Ma ci sono anche altre due opzioni: collegamento stretto tra il candidato e rispettiva lista, di modo che in ogni collegio ogni candidato sia sostenuto da una sola lista; presentazione di alcune liste senza collegamento ad alcun candidato segretario, in modo che nell'assemblea costituente si determini una quota di delegati non direttamente riconducibile ad un segretario. Rimane da sciogliere pure il nodo delle primarie per i livelli regionali: la Margherita preferirebbe rinviare questa tappa ad una fase successiva a quella del 14 ottobre.
Sul fronte strettamente politico si va intanto delineando il panorama delle liste in campo. La novità, ormai nell'aria da qualche giorno, potrebbe essere costituita dalla decisione di Enrico Letta di concorrere alla leadership con una sua lista. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio non l'ha ancora annuniciato ufficialmente, ma la sua determinazione a candidarsi appare sempre più vicina. Non è chiaro invece cosa farà Arturo Parisi che ha dalla sua una parte dei prodiani. Potrebbe correre anche Rosy Bindi. Francesco Rutelli pensa a una lista dei Democratici innovatori, con un programma che punti su: innovazione, merito, compatibilità tra sviluppo economico e ambiente.
Nei Ds valuta l'idea di correre con una propria lista Giovanni Melandri e lo stesso fa Anna Finocchiaro. Ci sta pensando anche Pier Luigi Bersani, inizialmente indicato come gemello di Letta per un ticket alternativo a quello costituito da Veltroni e Franceschini. Mentre il ministro del Lavoro Cesare Damiano e il parlamentare Dl Tiziano Treu, presidente della commissione Lavoro del Senato, hanno costituito il Forum nazionale del lavoro per il Partito democratico. Obiettivo: costruire una rete territoriale che contribuisca, da un lato, all'elaborazione del programma sulle politiche per l'occupazione del Pd e, dall'altro, alla partecipazione attiva alla Costituente del 14 ottobre.
In campo per il Pd c'è anche il terzo settore. 100 leader nazionali che hanno fatto la storia dell'associazionismo del nostro Paese hanno lanciato un appello per la partecipazione nel processo di avvio del nuovo partito di tutte le forze della società civile. Il progetto si chiama Cittadinanza democratica e pone all'attenzione del nuovo soggetto temi giudicati marginali - a detta dei promotori dell'iniziativa - nel dibattito interno: la pace, lo sviluppo globale, i diritti universali, il nuovo welfare, la democrazia partecipativa come fondamento della rappresentanza, ma anche la laicità «per aprire una nuova stagione in cui le culture che hanno fatto la storia del dopoguerra italiano riprendano un cammino comune senza rinunciare a saperi e valori».
L'attenzione resta però prioritariamente concentrata sulle intenzioni dei maggiori leader del centrosinistra. E Velina Rossa, la nota politica di Pasquale Laurito, invita a prendere con le molle i sondaggi che incoronano Walter Veltroni e rende noti «alcuni sondaggi riservati svolti in regioni dell'Italia settentrionale e centrale», nelle quali il ministro Bersani volerebbe nei consensi ed il ticket Bersani-Letta potrebbe difendersi contro il duo Veltroni-Franceschini. Laurito riferisce: «c'è una notizia che ha sconvolto i grandi strateghi e cioè che in Emilia Bersani sarebbe gradito oltre il 50%, in Lombardia arriverebbe al 40% senza Letta e Bersani-Letta sfiorerebbero in Veneto quasi il 50%». Veltroni al tempo stesso sarebbe in netto vantaggio in Piemonte, nel Lazio «e - aggiunge Laurito - in Italia meridionale, escluso la Puglia».