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Cosa sono i Diritti e doveri dei conviventi (Dico)

di Andrea Carli

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13 luglio 2007

«Dico» è l’acronimo per diritti e doveri dei conviventi. Il disegno di legge sulle unioni civili è stato varato lo scorso 8 febbraio dal Consiglio dei monistri. Attualmente è all’esame del Parlamento. Il testo è stato concepito dal ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, e da quello per i Diritti e le pari opportunità, Barbara Pollastrini.

A chi si applica.

  • A due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno.

La sanzione.

  • Per chi, nell’intento di beneficiare delle disposizioni della presente legge, chiede l’iscrizione anagrafica in assenza di coabitazione (ovvero dichiara falsamente di essere convivente) scatta la reclusione da uno a tre anni e con la multa da tre a dieci mila euro.

L’assistenza.

  • Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private disciplinano le modalità di esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell’altro convivente.

In caso di malattia o problemi di salute.

Ciascun convivente può designare l’altro quale suo rappresentante:

  • in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e volere, al fine di concorrere alle decisioni in materia di salute, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti;
  • in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti.

La designazione è effettuata mediante atto scritto e autografo; in caso di impossibilità a redigerlo, viene formato un processo verbale alla presenza di tre testimoni, che lo sottoscrivono.

A tutela dello straniero.

  • Il cittadino straniero extracomunitario o apolide, convivente con un cittadino italiano e comunitario, che non ha un autonomo diritto di soggiorno, può chiedere il rilascio di un permesso di soggiorno per convivenza.

Assegnazione degli alloggi dell’edilizia pubblica.

  • Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano tengono conto della convivenza.

Successione e contratto di locazione.

  • In caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l’altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni ovvero vi siano figli comuni.

Le tutele in materia di lavoro.

  • La legge e i contratti collettivi disciplinano i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati al fine di agevolare il mantenimento della comune residenza, prevedendo tra i requisiti per l’accesso al beneficio una durata almeno triennale della convivenza. Il convivente che abbia prestato attività lavorativa continuativa nell’impresa di cui sia titolare l’altro convivente può chiedere, salvo che l’attività medesima si basi su di un diverso rapporto, il riconoscimento della partecipazione agli utili dell’impresa, in proporzione dell’apporto fornito.

Trattamento previdenziale.

  • La legge disciplina i trattamenti da attribuire al convivente.

Diritti successori.

  • Trascorsi nove anni dall’inizio della convivenza, il convivente concorre alla successione legittima dell’altro convivente. In particolare, il convivente ha diritto a un terzo dell’eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un quarto se concorrono due o più figli. In caso di concorso con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri, al convivente è devoluta la metà dell’eredità. Quindi, in mancanza di figli, di ascendenti, di fratelli o sorelle, al convivente si devolvono i due terzi dell’eredità, e, in assenza di altri parenti entro il secondo grado in linea collaterale, l’intera eredità. Infine, al convivente, trascorsi almeno nove anni dall’inizio della convivenza (e fatti salvi i diritti dei legittimari) spettano i diritti di abitazione nella casa adibita a residenza della convivenza e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. Tali diritti gravano sulla quota spettante al convivente.

Obbligo alimentare.

  • Nell’ipotesi in cui uno dei conviventi versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento, l’altro convivente è tenuto a prestare gli alimenti oltre la cessazione della convivenza, purché perdurante da almeno tre anni, con precedenza sugli altri obbligati, per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza. L’obbligo di prestare gli alimenti cessa qualora l’avente diritto contragga matrimonio o inizi una nuova convivenza.
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