Tutti assolti i sei imputati per il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia.
L'ex sindaco Antonio Borrelli, il capo dell'ufficio tecnico comunale Mario Marinaro, il progettista della sopraelevazione, Giuseppe La Serra, e i costruttori Giuseppe Uliano, Giovanni Martino e Carmine Abiuso non sono stati ritenuti colpevoli dei reati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni perchè il fatto non sussiste. Ad emettere la sentenza è stato il giudice monocratico Laura D'Arcangelo.
Una scuola crollata come fosse di cartone: i corpi senza vita di 27 bambini delle elementari e di una maestra recuperati tra le macerie. È racchiusa in questi numeri la tragedia della scuola «Francesco Iovine» di S. Giuliano di Puglia (Campobasso) datata 31 ottobre 2002. Secondo gli esperti, fu proprio sotto l'edificio che il terremoto delle 11,42 scaricò la massima potenza (nono grado scala Mercalli), complice la particolare conformazione geologica del terreno. Il plesso scolastico, costruito negli anni cinquanta, più volte riammodernato e ampliato, non era conforme alla normativa antisismica. Infatti, la zonizzazione nazionale, approntata dalla Protezione civile nel 2001 (che includeva S. Giuliano di Puglia tra le aree più a rischio) all'epoca del crollo non era ancora entrata in vigore. Fatalità, negligenza, carenze progettuali o di esecuzione, responsabilità politica? Nel processo che si è aperto a Larino il 13 gennaio 2006, sono comparsi davanti al giudice D'Arcangelo sei persone, accusate di concorso in omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni e omesso collaudo (solo per il Sindaco): Giuseppe La Serra, 54 anni, progettista dell'ultima sopralevazione, completata poche settimane prima della riapertura dell'anno scolastico 2002-2003; Antonio Borrelli, 45 anni, all'epoca Sindaco del Comune e padre di una delle vittime del crollo; Mario Marinaro, 44 anni, tecnico comunale, Giuseppe Uliano, 78 anni, Giovanni Martino, 54 anni e Carmine Abiuso, di 48 anni, titolari delle imprese edile che hanno effettuato i vari lavori di ampliamento dell'edificio. Per loro il procuratore Nicola Magrone aveva chiesto, complessivamente, 46 anni di reclusione, di cui 10 anni per La Serra e 7 anni per l'ex Sindaco Borrelli