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Cosa prevede l'accordo

di Nicoletta Cottone

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20 luglio 2007

I requisiti minimi per l'accesso al pensionamento con 35 anni di contributi versati

«Ora l'Italia è un Paese più giusto. Il sistema ha un equilibrio di lungo periodo. Sono stati rispettati i confini di spesa e il Dpef. La concertazione ha dato frutti positivi. Governo e sindacati sono soddisfatti, saranno soddisfatti anche gli italiani, compresi i giovani». Così il premier Romano Prodi commenta l'accordo sulle pensioni raggiunto all'alba fra Governo e parti sociali. Un accordo giunto dopo una trattativa serrata, con una maratona finale di 8 ore, dalle 22,30 di ieri fino alle 6,30 del mattino. Ecco nel dettaglio i particolari dell'accordo, che prevede un sistema di scalini e quote.

Requisiti
Dal 1° gennaio 2008 i lavoratori dipendenti potranno andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi. Dal 1° luglio 2009, poi, si andrà in quiescenza una volta raggiunta «quota 95», con 59 anni di età. Dal 1° gennaio 2011 l'età pensionabile raggiungerà i 60 anni, la quota 96, mentre dal 1° gennaio 2013 si potrà andare in pensione a quota 97, con 61 anni di età. Per i lavoratori autonomi, invece, la scala è aumentata di un anno per quote ed età pensionabile. Dunque dal 1° gennaio 2007 andranno in pensione all'età di 59 anni, dal 1° luglio 2006 si passa a quota 96, con 60 anni di età. Dal 1° gennaio 2011 si raggiungerà quota 97, con 61 anni di età, mentre dal 1° gennaio 2013 scatterà quota 98, con 62 anni di età.

Costi dell'operazione
Le novità previste dall'accordo sulle pensioni nel decennio 2008-2017 costeranno 10 miliardi di euro: 7,1 miliardi di euro per la revisione dello scalone, 2,9 miliardi per il Fondo per lavori usuranti. I fondi di copertura saranno reperiti per 3,5 miliardi tramite la clausola di salvaguardia, per 3,6 miliardi dall'aumento delle aliquote contributive per la gestione separata dei parasubordinati, che dal 1° gennaio 2008 salirà di un punto l'anno fino a 3 punti. Per lo 0,8% i fondi, poi, proverranno dall'aumento delle aliquote contributive per la gestione separata dei parasubordinati non esclusivi, che dal 1° gennaio aumenterà di un punto. Poi, 1,4 miliardi arriveranno dalla sospensione per un anno dell'indicizzazione delle pensioni superiori a 8 volte il minimo e 700 milioni dall'armonizzazione dei fondi speciali.

Lavori usuranti
Dal nuovo accordo saranno esclusi circa 1,4 milioni di lavoratori che svolgono attivitá usuranti. Per l'operazione sono stati individuati 2,9 miliardi come tetto delle risorse disponibili. Una commissione costituita da Governo e parti sociali, che chiuderà i lavori a settembre 2007, determinerà i lavoratori che conseguiranno su domanda il diritto ad andare in pensione con requisito anagrafico ridotto di 3 anni purché abbiano svolto attività usuranti per almeno la metà del periodo di lavoro o, nel periodo transitorio, di almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa. I lavoratori interessati sono quelli impegnati nelle attività previste dal decreto Salvi del 1999, quelli considerati notturni in base ai criteri del Dlgs 66/2003, i lavoratori addetti a linea catena (dell'industria addetti a produzione in serie, vincolati all'osservanza di un ritmo produttivo collegato a lavorazioni o misurazioni di tempi di produzione con mansioni organizzate con sequenza di postazioni; che ripetono costantemente lo stesso ciclo lavorativo su parti staccate del prodotto finale, che si spostano a flusso continuo a scatti con cadenze brevi determinate dell'organizzazione del lavoro o dalla tecnologia. Sono esclusi gli addetti a lavorazioni collaterali a linee di produzione, alla manutenzione, al rifornimento di materiali e al controllo di qualità); conducenti di mezzi pubblici.

Finestre pensionistiche
Entro settembre 2007 una commissione costituita da Governo e parti sociali esaminerà la possibilità di inserire per uomini e donne, nell'ambito dei dispositivi che regolano le pensioni di vecchiaia, finestre di uscita verso la pensione. Il passaggio a 4 finestre pensionistiche sarà affrondato per i lavoratori che hanno totalizzato 40 anni di contributi per ridurre il tempo di attesa per il pensionamento. I due interventi dovranno essere predisposti a saldo finanziario nullo.

Detassazione del premio di risultato
Nella prossima Finanziaria ci saranno 150 milioni di euro per il 2008 per detassare una quota delle risorse contrattate per i premi di risultato. Una commissione costituita da Governo e parti sociali definità entro il 15 settembre 2007 le modalità tecniche.

Razionalizzazione degli enti
Entro la fine dell'anno il Governo presenterà un piano per razionalizzare il sistema degli enti previdenziali e assicurativi, con lo scopo di ottenere in un decennio risparmi per 3,5 miliardi di euro. Dal 2011 aumenteranno dello 0,9% l'aliquota di tutte le retribuzioni soggette a contribuzione, dai lavoratori dipendenti ai parasubordinati, agli autonomi. L'incremento non scatterà solo se il processo di razionalizzazione degli enti previdenziali avrà dato risparmi sufficienti.

Coefficienti di trasformazione
Le parti hanno convenuto che l'adeguamento dei coefficienti di trasformazione è inderogabile. Sarà istituita una commissione di esperti nominati da Governo e parti sociali per proporre modifiche entro la fine del 2008, nel rispetto degli equilibri della spesa pensionistica. La cadenza temporale per l'applicazione dei coefficienti diventa triennale. L'aggiornamento viene effettuato con decreto del ministro del Lavoro, di concerto con quello dell'Economia.

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