Il fuoco che ha distrutto i boschi del Gargano ha fatto la terza vittima. Si tratta di Domenico De Nittis, un sessantenne di Peschici che era rimasto gravemente ustionato nell'incendio che ha avvolto il Gargano tra Peschici e Vieste. Mentre procede l'indagine della magistratura, ci sono due indagati. Il primo è un dipendente dell'Anas che risiede in un Comune a una cinquantina di chilometri da Peschici. In servizio sulle strade del Gargano, avrebbe taciuto la notizia dell'incendio alla centrale operativa, nonostante gli fosse stata comunicata da alcuni turisti. Il ritardo ha consentito al rogo di estendersi e trasformarsi in un incendio che ha invaso una zona molto più ampia. L'accusa è di rifiuto di atti d'ufficio, concorso in incendio colposo e omicidio plurimo colposo. Il secondo indagato è il proprietario di un fondo su cui si sono sviluppate le fiamme. Le ipotesi di reato per cui procede la procura sono in sostanza le stesse indicate per il primo indagato,
Ieri il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza nelle zone devastate dagli incendi. Si sta anche studiando la possibilità di applicare la cassa integrazione ai lavoratori del settore turistico e proroghe delle scadenze di pagamento per le imprese, anche piccole. Il sottosegretario agli Interni Ettore Rosato, riferendo alla Camera ha detto che la situazione è ormai sotto controllo, nonostante nella giornata di ieri siano stati cntati oltre 300 incendi. «La temperatura elevata, sommata al vento e alla siccità diffusa - ha detto Rosato - sono stati alcuni dei motivi che spiegano l'emergenza di questi giorni. Rilevantissima è stata, però, la mano criminale che ha appiccato il fuoco inseguendo disegni di guadagno o di follia». Nella sua relazione Rosato ha anche sottolineato che per combattere gli incendi serve qualche mezzo in più, dislocato meglio, ridadendo, però, che non c'è stato alcun ritardo nei soccorsi. La prima richiesta di intervento aereo è giunta alla sala operativa martedì alle 11.19 e dopo 40 minuti già il primo elicottero operava sull'incendio.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato che gli incendi sono una «vera calamità catastrofica portatrice di lutti e di danni incalcolabili, talora irreversibili, alla bellezza e all'economia di interi territori». Il Capo dello Stato ha conferito la Medaglia d'oro al Valor Civile alla memoria a nove cittadini, i quali il 28 luglio 1983, ricorda una nota del Quirinale, sacrificarono eroicamente la loro vita nel tentativo di bloccare un devastante incendio che giunse a minacciare l'abitato di Tempio Pausania. L'auspicio di Napolitano è che «si ravvivi costantemente la consapevolezza della doverosa necessità di una mobilitazione permanente di ogni risorsa disponibile per scongiurare e contrastare con la massima energia il ripetersi di simili tragedie».