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Procreazione assistita: dopo la legge 40 calano gravidanze e nascite

N.Co.

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2 luglio 2007

Il testo della relazione


In calo gravidanze e nascite ottenute con la fecondazione artificiale, dopo l'approvazione della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita. È più elevata la possibilità di insuccesso, è minore il numero di ovociti inseminati, ma il numero degli embrioni trasferiti è superiore, si registra un aumento degli esiti negativi delle gravidanze. La percentuale di gravidanze ottenute sui prelievi passano dal 24,8% del 2003 al 21,2% del 2005 con una riduzione di 3,6 punti percentuali. Il dato è evidenziato dalla relazione al Parlamento presentata per la prima volta dal ministro della Salute Livia Turco. «Auspico che, a tre anni dall'applicazione della legge - dice il ministro Livia Turco - si continui a riflettere, con grande rigore e sobrietà, sulla legge, a partire dagli esiti dell'applicazione delle tecniche, al fine di garantire alle donne e alle coppie la migliore efficacia e sicurezza delle tecniche e al fine di garantire al meglio proprio i principi ispiratori dichiarati dalla legge, che sono la tutela della salute delle donne e la tutela degli embrioni». la relazione segnala con chiarezza che nonostante in Italia il numero dei centri sia molto più elevato rispetto agli altri Paesi europei, «l'offerta di tecniche appare per certi versi inadeguata».

Dai dati ufficiali del registro nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità relativi all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita effettuate nel 2005 in Italia emerge che nonostante le pazienti trattate siano state 27.254 nel 2005 contro le 17.125 del 2003, sono aumentati gli esiti negativi dal 23,4% del 2003 al 26,4% del 2005. La perdita ipotetica di gravidanza calcolata è stata di 1.041 gravidanze, ottenuta applicando la percentuale di gravidanza ottenute sui prelievi 2003 a quelli eseguiti nel 2005. La media di gravidanza per centro (169 quelli censiti) è passata dal 40,1% del 2003 al 36,9% del 2005. Risulta aumentata la percentuale di parti plurimi, salita al 24,3%, contro il 22,7% del 2003.

Dalla relazione emerge la necessità di fare una valutazione sui costi a carico delle coppie in cerca di un bebè e sul fenomeno della migrazione da centro a centro e da Regione a Regione, ma soprattutto all'estero per ottenere ciò che è vietato dalla legge n. 40 in Italia, come la donazione di gameti o la diagnosi genetica reimpianto. Ma i viaggi della speranza spesso sono il culmine di una caccia di tecniche con la più alta possibilità di successo, con costi altissimi che non tutte le coppie possono permettersi. Dall'età elevata delle pazienti consegue anche la necessità di incisive ed efficaci azioni di prevenzione delle cause di infertilità e di specifiche campagne informative alle coppie.

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