Le mille agevolazioni fiscali di cui gode la Chiesa sono finite nel mirino dell'antitrust europea. L'Italia rischia infatti l'apertura di un'inchiesta da parte dell'Ue per aiuti di Stato illegali. Sono molti i benefici su cui puņ contare l'istituzione religiosa, e vanno dall'esenzione Ici agli sconti Ires.
Ma sono anche altri i vantaggi di cui gode il Vaticano, come il trattamento riservato ai suoi dipendenti, che non devono versare l'Irpef. Dell'avvio di una procedure nei confronti dell'Italia si era giį parlato nel passato. E la scorsa settimana anche il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento, aveva sollevato il problema, rilevando la necessitį di superare i «privilegi» di cui la Chiesa beneficia nelle attivitį commerciali. Queste, comunque, le agevolazioni su cui puņ contare la Chiesa.
IRES: Č previsto l'abbattimento dell'Ires del 50% nei confronti di una serie di soggetti tra cui gli enti di assistenza e beneficenza e gli altri enti il cui fine č equiparato per legge ai fini di assistenza ed istruzione. Tali agevolazioni, ovviamente, non competono agli enti ecclesiastici non riconosciuti o a quelli che, sebbene siano stati riconosciuti, svolgono un'attivitį commerciale.
Nel caso di attivitį promiscua (commerciale e religiosa) gli enti ecclesiastici sono obbligati a distinguere le differenti fonti d'entrata; in particolare tutte le operazioni di carattere commerciale sono soggette all'Iva (non lo sono, tuttavia, le attivitį religiose commerciali ospedaliere e quelle didattiche) e, quindi alla tenuta, oltre che del codice fiscale, della partita Iva.
La legge italiana stabilisce, inoltre, che il reddito dei fabbricati di proprietį della Santa Sede č esente dall'Ires, mentre i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto e quelli esistenti nei cimiteri e loro pertinenze non vengono considerati produttivi di reddito, a prescindere dalla natura del soggetto che li possiede.
ICI: Altra agevolazione fortemente contestata in passato č l'esenzione Ici, relativamente ai fabbricati destinati in via esclusiva all'esercizio del culto e le relative pertinenze. A partire dal 2007 č prevista anche l'esenzione dell'Ici per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa, basta che sia mantenuta una piccola struttura destinata ad attivitį religiose.
IRAP: La legge stabilisce poi, per quanto riguarda le retribuzioni corrisposte ai sacerdoti dalla Chiesa cattolica, che non costituiscono base imponibile ai fini dell'Irap. Occhio di riguardo anche per il trattamento fiscale dei proventi derivanti dall'attivitį lavorativa dei religiosi appartenenti agli enti ecclesiastici. Il Tuir consente agli enti religiosi, per quanto riguarda le spese relative all'opera prestata in via continuativa dai membri degli enti religiosi, ai fini della determinazione del proprio reddito di impresa, la deduzione, per ciascuno dei propri membri che prestano la loro opera nell'attivitį commerciale imponibile, di un importo corrispondente all'ammontare del limite minimo annuo previsto per le pensioni corrisposte dal Fondo pensioni dei lavoratori dell'Inps.
Mentre i dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Cittį del Vaticano sono esentati dall'irpef. Le retribuzioni, di qualsiasi natura, le pensioni e le indennitį di fine rapporto corrisposte dalla Santa Sede, dagli altri enti centrali della Chiesa cattolica e da altri enti gestiti direttamente dalla Santa Sede ai propri dignitari, impiegati e salariati, ancorchč non stabili, sono esenti dall'irpef e dall'imposta locale sui redditi.
TASSE IMMOBILIARI: Gli immobili pontifici sono esenti da tributi sia ordinari chč straordinari, verso lo Stato o qualsiasi altro ente.
TASSE DOGANA: E le merci provenienti dall'estero e dirette alla Cittį del Vaticano, o fuori della medesima, a istituzioni o uffici della Santa Sede, ovunque situati, sono sempre ammesse da qualunque punto del confine italiano e in qualunque porto della Repubblica al transito per il territorio italiano con piena esenzione dai diritti doganali e daziari.