Ancora forti tensioni nella maggioranza e tra governo e sindacati su pensioni e welfare. Ministri, segretari e capigruppo gli uni contro gli altri armati. Bonino contro Ferrero, Giordano e Russo Spena contro Rutelli, il vicepresidente del Consiglio anche contro la Cisl. Per i riformisti il documento è intoccabile, per la sinistra radicale in materia non esiste alcuna forma di sacralità. Nel confronto non è mancato il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che ha definito la partita su pensioni e welfare «ancora aperta».
In serata ha provato a raffreddare gli animi il segretario dei Ds Piero Fassino. A margine della sua partecipazione alla festa dell'Unità a Catania, Fassino ha precisato che il rinvio del varo del collegato alla Finanziaria sul welfare in Consiglio dei ministri «è stato deciso per il 12 ottobre non per un mero rinvio, ma perché dall'8 al 10 ottobre i sindacati organizzeranno il referendum per lavoratori e pensionati che dovranno così esprimersi sull'accordo». Conclusione: «Se il referendum approverà, come credo, l'accordo, il 12 il governo varerà il collegato che, quindi, sarà approvato entro il 31 dicembre, con la Finanziaria. Non mi sembra quindi il caso di fare polemiche».
Ha ostentato sicurezza anche il ministro del Lavoro, Cesare Damiano: «Il governo manterrà la rotta, non ci saranno spezzettamenti. Intendiamo attuare in modo integrale il protocollo, anche perchè è frutto di una preziosa concertazione». A fine mattinata Rutelli aveva a sua volta dichiarato intoccabile l'accordo già raggiunto rilasciando alcune dichiarazioni in risposta ai sindacati, in particolare al leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che si è detto amareggiato per la scarsa attenzione destinata al Welfare nella finanziaria 2008. «Credo che il sindacato abbia motivo di grande soddisfazione per l'approvazione del protocollo sul welfare - ha osservato da Fossano (Cuneo) il presidente della Margherita - per noi è intoccabile. Ricordo che molte parti del protocollo sono norme già approvate in luglio e nella finanziaria».
Ma le inquietudini della sinistra radicale non sembrano affatto domate. È stata così lite a distanza fra il ministro per le Politiche europee, Emma Bonino (Rosa nel pugno) e il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero dopo le dichiarazioni di quest'ultimo a Repubblica. «Il protocollo non si può blindare» ha detto Ferrero (Prc), perché ci sono ancora due passaggi legislativi in cui sono possibili modifiche prima di approdare a una legge. Per Ferrero, invece, l'accordo sul Welfare contiene «cose che gridano giustizia». Il lavoro precario, ad esempio, ma anche il tetto per i lavori usuranti fissato a cinquemila persone all'anno.
L'ulteriore reazione di Emma Bonino non si è fatta attendere. «Sono francamente stupefacenti e irricevibili le dichiarazioni del ministro Ferrero di queste ore, all'indomani dell'approvazione della legge Finanziaria da parte del Governo, parole che contraddicono le stesse affermazioni del presidente del Consiglio». Il protocollo welfare, dice Emma Bonino, «è e deve essere parte integrante di questa legge Finanziaria e non può e non deve essere toccato. Non vi sono margini per compensazioni politiche o correzioni, integrazioni o chiarimenti». Ancora replica di Ferrero: «Di irricevibile c'è solo la possibilità che si peggiorino le condizioni di vita dei pensionati e dei lavoratori, i loro salari e le loro pensioni. Per il resto si può discutere su tutto e credo che questo faccia parte della buona salute di un governo democratico».
Con il ministro di Rifondazione si sono schierati anche il segretario dello stesso partito, Franco Giordano, il capogruppo al Senato, Russo Spena, e il capogruppo dei Verdi alla Camera, Bonelli. Giordano ha dichiarato a RaiNews24 che se dal referendum tra i lavoratori dell'8 ottobre sul protocollo welfare «emergerà una sofferenza, il protocollo dovrà essere cambiato». Insomma, la partita sul Welfare è tutt'altro che chiusa, nonostante Damiano, Rutelli e Bonino sostengano il contrario.
Lo aveva sostenuto in mattinata anche Fausto Bertinotti , intervistato a "Libera festa". «Come sulla Finanziaria - ha spiegato il presidente della Camera - si può lavorare per una soluzione che accontenti tutti e soprattutto lavoratori e pensionati».A giudizio di Bertinotti ci sono tre elementi da tenere presente. Il primo è che «c'è una consultazione aperta tra i lavoratori» promossa dai sindacati. Secondo, c'è «un giudizio critico della Fiom». Terzo, esistono «quattro partiti della sinistra che fanno parte della coalizione e hanno presentato un documento" con delle proposte di modifiche».
Tra questi, i Verdi. «Sostenere che il protocollo sul Welfare non si tocca è sbagliato - ha spiegato Bonelli - è inammissibile che un giovane che entra da precario nel mondo del lavoro non sappia il giorno in cui potrà costruirsi una famiglia o accedere ad un mutuo per comprare una casa. Bisogna porre un limite ai contratti a termine. Non vogliamo assolutamente sabotare il protocollo, ma inserire dei miglioramenti che pur essendo a costo zero per lo Stato hanno un grande valore per la vita delle persone». (Al.An.)
