Dopo lo sciopero fiscale Umberto Bossi ha invitato ieri il popolo del Carroccio alla lotta di liberazione. La proposta choc è giunta dal leader della Lega dal palco del congresso di Vicenza. «La nostra libertà forse non la si può più raggiungere attraverso un democratico Parlamento, ma attraverso la lotta di milioni di uomini disposti al sacrificio in una guerra di liberazione». Bossi ha quindi aggiunto: «Da qui possono partire ordini di attacco dal Nord. Io sono certo di poter avere dieci milioni di lombardi e veneti pronti a lottare per la libertà». Per Fausto Bertinotti sono «parole che possono generare odio». Il presidente della Camera, intervistato da Giovanni Minoli a Liberafesta, iniziativa di incontro di Rifondazione comunista, ha detto «capisco che siamo in un periodo in cui chi la spara più grossa ha i titoli sui giornali, ma non sono per niente d'accordo nel trattare come innocenti quelli che la sparano più grossa: ci sono cose che possono minare in maniera drammatica un Paese dove sono già in atto forti tendenze disgregatrici».
Il leader della Lega Nord ha anche attaccato l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e la sinistra, rei di aver «fatto una cosa gravissima, mettendo in campo il referendum per lottare contro la devolution. In questo modo hanno affossato la democrazia del Paese che ha perso ogni barlume di lucidità democratica». Bossi ha detto dinanzi alla platea del Parlamento del Nord che fra le file della maggioranza si è scatenato «un odio razziale e ideologico contro i popoli del Nord» che sono stati fermati dal ricorso al referendum. «Non si può cambiare la Costituzione anche se hai ottenuto tanti voti, d'altra parte se si vota al Sud è chiaro che il federalismo non passa. La devoluzione è stata voluta al Nord».
Getta acqua sul fuoco il leader della Cdl Silvio Berlusconi, che ha assistito in diretta alle dichiarazioni di Bossi, visto che aveva scelto di festeggiare il suo settantunesimo compleanno nella platea del Parlamento padano con tanto di torta e regali (magliette di calcio padane e la foto di Michela Brambilla in minigonna). «Bossi usa un linguaggio colorito, ma nella pratica ha sempre dimostrato un grande senso di responsabilità». Silenzio da parte degli altri leader dell'opposizione. l capogruppo al Senato di An Altero Matteoli condanna le parole di Bossi, ma sottolinea che la Lega «in Parlamento rispetta la Costituzione». Il presidente dell'Udc Rocco Bottiglione bolla il discorso di Bossi come «parole in libertà».
Per il sindaco di Roma e candidato alla guida del Pd Walter Veltroni, Bossi «non è un giocherellone» e le sue parole «non sono uno scherzo». Per Veltroni il centrodestra deve dire se intende governare con chi rifiuta la bandiera, l'inno e che parla di portare decine di milioni di persone al sacrificio in una guerra contro le istituzioni. (N.Co.)