Papa Ratzinger e i "papaboys": un rapporto ancora tutto da scoprire, ma che il grande incontro dell'Agorà dei giovani di Loreto ha contribuito a far decollare. Il mezzo milione di ragazzi convenuti da tutta Italia sulla piana di Montorso ha dimostrato, ancora una volta, che l'austero Papa tedesco, pur senza slanci esteriori da trascinatore di folle, mantiene forte presa sulle nuove generazioni cattoliche, alla stessa stregua del suo predecessore Giovanni Paolo II che all'ombra della Santa Casa, fu protagonista di due grandi raduni nel 1995 e nel 2004.
Il carisma del Papa-teologo fa leva solo sulla coerenza e sulla profondità del magistero, sul richiamo alle radici fondanti del cristianesimo, sull'amore verso gli altri indicato come via privilegiata per l'esistenza. E la voglia di centinaia di migliaia di ragazzi di ascoltare con attenzione le parole dell'anziano Pontefice, affrontando anche autentici "tour de force" e notti sotto le stelle, conferma il diffuso bisogno di questo messaggio chiaro, riconoscibile, portatore di sicurezza interiore di fronte alle ansie del vivere contemporaneo.
Benedetto XVI ha ascoltato le testimonianze dei ragazzi, si è commosso per le storie di forte disagio e marginalità. L'emozione ha avuto il sopravvento quando ha lungamente abbracciato una ragazza, Ilaria, di Roma, che gli raccontava delle sue difficoltà familiari che l'avevano portata al limite del crollo, salvo poi ritrovare fiducia e stabilità grazie al sostegno di un sacerdote.
«La vostra missione è cambiare il mondo», ha detto il Pontefice ai giovani. «Abbiate il coraggio di sognare grandi progetti di bene». E ancora: «non sentitevi ai margini della
società, il progetto di Dio non conosce periferie». Proprio dalle periferie deve partire un
progetto di rinascita della società, secondo Papa Ratzinger, che ha invitato anche a rivalutare la famiglia fondata su un «sì definitivo tra un uomo e una donna, un sì che dura tutta la vita», e ha messo in guardia dalle lusinghe «menzognere» della droga, «una truffa che distrugge la vita».
Ieri mattina, dopo la serata di spettacolo con ospiti come Lucio Dalla, Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, il pianista Giovanni Allevi, il gruppo delle Vibrazioni, le parole del Papa sono nuovamente risuonate sulla piana di Montorso nella grande messa concelebrata con 150 vescovi e duemila sacerdoti, introdotta dal saluto del presidente della Cei, mons. Angelo Bagnasco. Nell'uditorio anche un parterre bipartisan di politici, tra cui il vicepremier Francesco Rutelli.
Ai ragazzi dell'Agorà, prima del loro ritorno a casa, il Papa ha raccomandato di diffidare dai modelli aggressivi proposti dai media, votati al successo a tutti i costi, optando invece per «il coraggio dell'umiltà». L'esortazione è a preferire vie alternative: «uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure, un impegno onesto nello studio e nel lavoro, l'interesse profondo per il bene comune», senza il timore «di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda».
Non è mancato, in occasione della seconda Giornata per la salvaguardia del creato, l'appello a difendere l'ambiente e per arrestare il degrado del patrimonio naturale.
«Alle nuove generazioni - è stato l'appello del Pontefice - è affidato il futuro del pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura. Prima che sia troppo tardi, occorre adottare scelte coraggiose, che sappiano ricreare una forte alleanza tra l'uomo e la terra». Secondo il Papa «serve un sì deciso alla tutela del creato e un impegno forte per invertire quelle tendenze che rischiano di portare a situazioni di degrado irreversibile». In particolare il «bene preziosissimo» dell'acqua, argomento della seconda Giornata promossa dalla Chiesa italiana, «se non viene condiviso in modo equo e pacifico, diventerà purtroppo motivo di dure tensioni e aspri conflitti».
«Emozionante», «sorprendente», «semplice», «vicino», «dolce»: questi alcuni degli aggettivi spesi dai giovani per Benedetto XVI dopo averlo ascoltato all'Agorà. Parole concrete, calate nella quotidianità della vita dei giovani, quelle del Papa tedesco, secondo i ragazzi stessi. A tutti il Papa ha dato l'appuntamento alla Giornata mondiale della Gioventù di Sydney del luglio 2008, per l'incontro con i giovani cattolici di tutto il mondo. Poi, prima di risalire sull'elicottero per far rientro a Castel Gandolfo, una battuta e un elogio ai ragazzi con il vicepremier Rutelli: «L'Italia può essere orgogliosa di questi giovani». (M. Do.)