Il clima, a detta dei confederali, nella prima giornata di voto, è positivo con un'affluenza che si prevede alta ed è confermata anche la sensazione che il sì arrivi ben oltre il 50%. È un dato che per Cgil, Cisl e Uil «testimonia l'alto coinvolgimento di lavoratori, pensionati, giovani e precari già dalla prima giornata di voto» al referendum sul protocollo del 23 luglio.
«È importante che ci sia una partecipazione ampia e convinta», commenta il segretario generale Cgil. Gugliemo Epifani parla di «un voto consapevole, una bella giornata per il sindacato, per i lavoratori, per gli anziani e per il Paese». Anche Bonanni dalla Cisl conferma che le cose vanno come previsto: «la grande maggioranza della gente accetta di buon grado l'accordo e lo sostiene, c'è un clima di serenità» ma, avverte «vedo qualcuno che vuole disturbare questa serenità: investono male i loro talenti e la loro vis polemica; farebbero meglio a utilizzarli per difendere i lavoratori, anzichè per tenere alte le bandierine politiche». Secondo Luigi Angeletti «l'accordo può sicuramente essere cambiato, ma da chi l'ha sottoscritto», dunque «se il Governo, al proprio interno, fa un'altra trattativa per modificare questo accordo, vuol dire che è assolutamente inaffidabile» perciò, «se la maggioranza delle persone va a votare facendo queste valutazioni c'è da essere ottimisti circa il risultato».
È la stessa linea ribadita da Bonanni, che pure ripetuto come «ogni accordo» debba «essere modificato solo dalle parti che lo hanno firmato». «Non é così - avverte - che si rispetta l'autonomia delle parti sociali e per quel che ci riguarda, l'autonomia del sindacato».
Il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta ribadisce che si tratta di «un buon accordo, che impegna tutti coloro che lo hanno firmato». E il fatto che il Governo sia il primo firmatario, sottolinea il direttore generale di Confindustria «lo impegna a presentarlo in Parlamento e a difenderlo nella formulazione in cui è stato sottoscritto. Per Beretta l'intesa ha «contenuti importanti perchè completa la Legge Biagi con gli ammortizzatori sociali mentre la parte sulle pensioni, che Confindustria non condivide, abbiamo deciso di sottoscriverla nella logica del documento completo».
Venerdì il consiglio dei ministri dovrà trasferire il protocollo sul welfare in un disegno di legge.
E il presidente del Consiglio, sul referendum, spera «in un risultato positivo, proprio perchè la consultazione dei lavoratori è stata definita un fatto importante e io credo sia un fatto importante». A proposito dei dati dell'affluenza Prodi sottolinea: «quando c'è una risposta a una chiamata, ad una presa di responsabilità, è sempre una buona notizia».
Il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano ha assicurato che il protocollo sul welfare che il governo porterà al prossimo Cdm «è la versione sottoscritta lo scorso 23 luglio». E a proposito di «eventuali modifiche», ha chiarito: «i punti sui quali si può registrare una traduzione più specifica possono essere quello dei lavori usuranti e quello dei contratti a termine». Ma questi eventuali aggiustamenti, ha ribadito Damiano «ci potranno essere solo con il concorso delle parti sociali che hanno sottoscritto il protocollo». Fabio Mussi, leader di Sinistra democratica conferma che se il protocollo sul welfare fosse trascritto dal governo nel ddl che il Consiglio dei ministri approverà venerdì così com'è oggi, lui non lo voterebbe. Perchè il governo «ha negoziato con le parti sociali aspetti non negoziabili, come lo staff leasing e il job on call». Si tratta, dice il Ministro dell'Università «di contratti che il programma elettorale dell'Unione prevede di cancellare. E quello è un accordo sottoscritto con 14 milioni di elettori il 9 e 10 aprile 2006».
Tornando al referendum, è il dato delle oltre 53mila assemblee tenute in tutta Italia (14.500 solo in Lombardia) che va prevede un'affluenza consistente. Sono attesi negli oltre 30mila seggi allestiti, oltre 5 milioni i lavarotari e i pensionati. Ma in tutta Italia sono stati predisposti anche seggi sul territorio, dove chiunque (purchè minuto di busta paga, libretto della pensione o certificato del collocamento) può partecipare al referendum da oggi e fino alle 14 di mercoledì.
Cgil, Cisl e Uil si aspettano di superare il risultato del referendum del 1995 sulla riforma delle pensioni, quando votarono in 4,4 milioni e di arrivare a 5 milioni di partecipanti al voto. E contano di superare la percentuale dei sì della consultazione di allora: il 64%.
Intanto il deputato no global di Rifondazione Comunista Francesco Caruso ha annunciato che «decine di agenzie di lavoro interinale saranno occupate domani in tutta Italia, in occasione del Precarity day, per essere trasformate in seggi elettorali
per la consultazione precaria che, intanto, ha già raggiunto i centomila votanti in due giorni». Caruso ha segnalato che «sono oltre 200 i seggi permanenti in Italia dove si può votare per la consultazione precaria e che l'80 per cento dei votanti si è espresso per il no». E ha criticato Cgil, Cisl e Uil «i cui siti non informano dove poter andare a votare».