Sono stati 5.115.054 i votanti per il referendum sul protocollo del Welfare: i "sì" sono stati l'82% pari a 4.114.939, i "no" il 18% pari 926.871 lavoratori. Questi i dati definitivi diffusi da Cigl, Cisl e Uil nel corso di una conferenza stampa con i leader Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti venerdì 12 ottobre. Sempre nell'ambito della consultazione i voti validi sono stati 5.041.810, le schede nulle o bianche 73.244. I dati emersi oggi, indicano una partecipazione superiore e una percentuale di sì maggiore rispetto alla consultazione del 1995 sulla cosiddetta legge Dini sulla riforma delle pensioni. In quella occasione i votanti furono 4.429.096 con i "sì" al 64% (circa 2,8 milioni di votanti), i "no" al 36%(circa 1,56 milioni di votanti).
«I dati del referendum danno drasticamente il senso di quanto è accaduto: c'è stata una straordinaria capacità di organizzazione del sindacato, abbiamo assistito ad una grande prova di democrazia» ha detto il segretario generale della Cgil Epifani. «È stato un dato omogeneo, e il risultato a favore del Protocollo ha riguardato tutte le categorie, i territori, ed èavvenuto tra attivi e pensionati». Per Epifani «il Cdm ha approvato quella che è una traduzione sul Protocollo e non poteva che fare così: ci sono due perfezionamenti che credo possano essere assunti positivamente». Il segretario generale della Cgil ha aggiunto che ora il testo passa in Parlamento dove, a suo giudizio, «ogni modifica deve essere fatta sentendo chi ha sottoscritto l'accordo».
«È Prodi che deve decidere ma è anche l'unica strada che ha davanti». Così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, risponde a chi gli chiedeva se caldeggiasse la richiesta del voto di fiducia sull'eventuale collegato che conterrebbe il Protocollo sul welfare. «È il presidente del Consiglio che deve avere interesse a metterla. Data la minoranza risicata di cui dispone dovrà, se la usa, trovare le energie che la sostengano. l'alternativa, altrimenti, sarebbe quella di allargare il consenso», aggiunge.
«La soluzione è che il protocollo deve essere approvato contemporaneamente alla legge Finanziaria. Altrimenti il Governo avrebbe seri problemi di rappresentanza». È il leader della Uil Angeletti, a sollecitare così tempi stretti per l'approvazione entro l'anno del protocollo che ieri i lavoratori hanno approvato con ampia maggioranza. «Il Governo mantenga la parola e il parlamento trovi la maggioranza per approvarlo se no si pone un problema di sopravvivenza», ha spiegato nella conferenza stampa di presentazione dei dati sulla consultazione dei lavoratori.