La seconda giornata di referendum tra lavoratori e pensionati sul protocollo welfare è scossa dalla polemica scatenata da Marco Rizzo. L'esponente Pdci rilancia le accuse sostenute già ieri sera nella trasmissione di Bruno Vespa "Porta a Porta": «È un referendum su un tema fondamentale e serve quindi certezza delle regole. Nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro sembra prevalere il no, ma il risultato viene messo in contraltare da quello abbondantemente a favore del sì negli svariati seggi allestiti nelle sedi sindacali e nei seggi volanti». Rizzo annovera prove di votazioni multiple e cita il caso di Piero Nicolai, un pensionato che nella giornata di ieri «ha votato nel seggio di Orbassano alle 10.59 e nessuno gli ha chiesto il documento. Alle 11.25 ha votato nella sede dello Spi (Sindacato Pensionati italiani) e alle 11.45 in un'altra sede Spi senza che gli venisse chiesto alcun documento». Poi riferisce di Grazia Talò: «ha votato nelle sede della Cgil a San Marzano (Taranto) alle 18.43, nella sede Cisl sempre a San Marzano alle 18.51 e in quella Uil alle 19.08». L'esponente Pdci considera: «se é possibile che una persona voti più volte senza alcun controllo è anche possibile introdurre una, dieci, cento o mille schede in più, magari a favore del sì o del no». E si chiede «perché il sindacato, una parte del governo e perfino Bertinotti hanno la certezza che vincerà il sì?»
Cgil, Cisl e Uil respingono «insinuazioni e ogni tentativo teso a sminuire e inquinare l'importanza dell'espressione democratica da parte di lavoratori e pensionati». Non intendono consentire, si legge in una nota «che siano minimamente messe in discussione regolarità, trasparenza e finalità del processo in atto». E precisano che la verifica in corso è gestita «secondo le regole e gli schemi adottati dal sindacato in caso di accordi interconfederali e di contratti di categoria e sta registrando una diffusa partecipazione e la volontà di concorrere al giudizio sul protocollo».
Cgil, Cisl e Uil ribaltano la questione e indicano: «la domanda che bisogna porsi è perchè ci siano dei tentativi da parte di qualche esponente delle forze politiche di screditare tutto questo». Secondo i confederali si tratta di tentativi «dietro ai quali si legge un attacco pretestuoso al ruolo del sindacato, alla sua unità, all'autonomia delle grandi forze sociali».
Interviene anche il presidente della Camera: il referendum sul welfare «è un esercizio di democrazia straordinario. Possono esserci dei nei, ma trovo fuorviante discutere di brogli». Fausto Bertinotti precisa di non essere a conoscenza di brogli e ammonisce: «sarei molto cauto nell'usare il termine brogli. Il referendum è un'operazione impegnativa e complessa fondata sulla autodisciplina. Non c'è un'autorità che vigila, come ad esempio il Viminale nelle ordinarie consultazioni elettorali» .
Intanto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano precisa di avere «grande rispetto per il sindacato e la sua autonomia». E sottolinea: «siamo di fronte a una prova democratica molto importante che coinvolgerá una quantitá di persone superiore al '95», data della consultazione sulla riforma Dini sulle pensioni. Anzi, secondo il ministro il referendum in corso dimostra «che oggi il sindacato confederale è l'unica forza capace di organizzare in tempi brevi, e su temi concreti come il protocollo, una consultazione così significativa».
Per il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei se brogli si sono verificati nel referendum sul protocollo del welfare «sono cose marginali». «Spero proprio che non ce ne siano -prosegue Bombassei- nelle industrie non è la prima volta che avvengono delle votazioni e credo che ci siano le condizioni perchè i brogli non avvengano. Fuori le consultazioni sono fatte nelle sedi dei sindacati: mi sembra difficile, il sindacato non ha un particolare interesse nè da una parte nè dall'altra. Sarei assolutamente tranquillo -conclude- sullo svolgimento corretto di questo referendum».
Dopo le dichiarazioni di Rizzo l'opposizione ha gioco facile ad attaccare la maggioranza.
«L'Unione tenta di taroccare anche il referendum sul Welfare. Nulla di nuovo sotto il sole. Dopo le elezioni politiche del 2006 tentano di imbrogliare gli italiani anche sul protocollo di luglio», afferma Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia. E Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie sottolinea: «ora anche la grave e pesante accusa di brogli a proposito del referendum sul protocollo del welfare. La saga da fratelli coltelli del centrosinistra non conosce fine. È uno spettacolo scadente che farà ridere gli italiani. Peccato che vittime saranno solo gli operai e tanti di coloro che in buona fede hanno partecipato al referendum».