Stretto tra sinistra massimalista da una parte e firmatari del protocollo welfare del 23 luglio dall'altra, Romano Prodi evita la convocazione straordinaria del consiglio dei Ministri per tornare sulle modifiche già introdotte lo scorso venerdì. E pensa piuttosto a limature al testo che andrà in Parlamento tese a non scontentare nessuno. Confindustria ha definito «inaccetabili» le modifiche introdotte nell'ultimo Cdm e ha chiesto la riapertura del tavolo. Anche i sindacati sono pronti a reagire e la Cisl di Raffaele Bonanni si è spinta fino a minacciare lo sciopero generale.
Al massimo entro giovedì il disegno di legge dovrà essere inviato in Parlamento. E il Governo prosegue con riunione tecniche nel tentativo di trovare un punto di accordo in tempo utile.
Ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, ha incontrato il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta mentre nel pomeriggio si sono susseguite riunioni tecniche con i rappresentanti sindacali. E per la mattinata di oggi sono previsti nuovi confronti.
Le parti avrebbero già raggiunto un accordo sui lavori usuranti per eliminare il tetto delle 5 mila uscite, così come un sostanziale accordo sarebbe stato trovato sulla questione dell'aumento dell'aliquota contributiva dello 0,09% che avverrà solo se non saranno realizzati risparmi dalla razionalizzazione degli enti.
Al centro della trattativa la traduzione in norma del punto del protocollo sui meccanismi di solidarietà per le pensioni più basse che «potrebbero portare indicativamente il tasso di sostituzione al netto della fiscalità a un livello non inferiore al 60%» facendo però «salvo l'equilibrio finanziario del sistema.
Al tavolo sul lavoro si tratta sui ritocchi alla norma sui contratti a termine: dovrebbero prevedere una specifica per i lavori stagionali che potrebbero rimanere esclusi dalla regola dei 36 mesi, ed un solo rinnovo, da autorizzare solo alla presenza di un rappresentante dei sindacati più rappresentativi. Su questo tema si è molto spesa Confindustria che non vede di buon occhio il blocco delle proroghe e che oggi pomeriggio riunirà il direttivo dell'associazione.
Anche i sindacati puntano a chiudere presto la partita: il 18 ottobre è fissata la riunione degli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil per valutare gli effetti del referendum e per commentare gli esiti della trattativa che si è riaperta sul Welfare.
Contraria ad un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri la sinistra radicale, pronta a dare battaglia per nuove modifiche in Parlamento. Rifondazione e Pdci scenderanno in piazza, come programmato, sabato 20 ottobre "contro tutte la precarietà". Appuntamento a cui Verdi e Sinistra Democratica guardano con attenzione, ma senza aderirvi. Ma su un punto la Cosa Rossa sembra aver ritrovato l'unita: pieno rispetto per l'autonomia sindacale, però l'ultima parola spetta al Parlamento sovrano, che può migliorare ancora il testo del ddl sul welfare.