Concorrenti allo sportello, distanti anche in politica. Alcuni tra i più influenti banchieri italiani hanno scelto profili differenti nel giorno delle primarie del Partito democratico. Il numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo, si è recato a votare alla sezione Aldo Aniasi, a Milano, insieme alla moglie Sabina Ratti, candidata nella lista di Rosy Bindi.
Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, si è presentato nel pomeriggio alla sede della IX Circoscrizione di Brescia (alcune agenzie di stampa domenica sera avevano sostenuto il contrario). Non è stato visto alle urne Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo, che ha così tenuto fede all'intenzione, manifestata nei giorni scorsi, di non partecipare alla consultazione per la scelta del leader del Pd.
In mattinata, nello stesso seggio in cui era atteso Bazoli, considerato politicamente vicino al presidente del Consiglio Prodi, ha votato anche il genero Gregorio Gitti, fondatore dell'Associazione per il Partito Democratico e promotore della lista "Liberalitalia", schierata con la candidata Bindi. Bazoli, la cui famiglia vedeva in campo per le primarie anche il nipote Alfredo, non ha neppure mancato l'appuntamento con la cerimonia di insediamento del nuovo vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, avvenuta nel pomeriggio in Duomo.
Tra i big dell'imprenditoria e della finanza, infine, non poteva mancare l'appuntamento con le primarie Carlo De Benedetti, presidente dell'editoriale l'Espresso, che per primo si era candidato alla tessera numero uno del Pd. L'ingegnere è andato a votare intorno alle 11, accompagnato dalla moglie, al seggio allestito in un locale di corso Casale e si è messo in coda attendendo il suo turno.
De Benedetti non ha nascosto il suo appoggio a Veltroni: «Alla fine del 2005 auspicai che si andasse alla costituzione del Partito Democratico e indicai anche in Veltroni uno dei leader che avrebbero potuto realizzarlo. La mia presenza è conseguente a quello che ho detto e pensato. Speriamo vivamente che il Pd sia un elemento chiarificatore della politica italiana e che ne metta in movimento tutto il quadro».