CAPRI - «Possiamo discuterne pacatamente senza bandierine?»: da Capri lo chiede il ministro degli Interni Giuliano Amato agli esponenti della Cdl, a proposito della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Per Amato, la legge così com'è ha avuto «conseguenze non volute», come ad esempio il nulla osta per gli immigrati che, pur avendo un regolare contratto di lavoro, devono rientrare nel loro Paese per ottenere il visto. «Si tratta di una regolarizzazione silenziosa - ha spiegato Amato, intervenendo al convegno dei Giovani Imprenditori - ed è un problema nazionale. Penso invece che andrebbe conservato l'ingresso con il contratto di soggiorno solo per i lavoratori qualificati, prevedendo per quelli non qualificati altre forme di ingresso. Discutiamone, senza dietrologie».
Passando al tema dell'antipolitica, «contro quest'atteggiamento generalizzato - ha detto Amato - serve una responsabilità comune: ognuno deve fare la propria parte. Se noi valutiamo – ha proseguito il ministro dell'Interno - il potere democratico fino al punto di arrivare a far capire che il numero dei parlamentari ci piace di più perché ne abbiamo di meno, ma sarebbe meglio eliminarli tutti, così rischiamo di consegnare il Paese non sappiamo neanche a chi. Questo atteggiamento chiamato antipolitica, come ha detto bene Colaninno, un Paese nel quale millenni di democrazia possono essere cancellati dalla credibilità di uno show comico, dall'autorevolezza di una sequenza di insulti, non è il nostro Paese, ma può diventarlo, questo Colaninno non l'ha detto. Dobbiamo evitare che lo diventi, ma su questo bisogna collaborare». Secondo Amato la politica «deve fare la usa parte. La politica tutta, di chi governa e di chi sta all'opposizione».
«Liberiamo l'Italia da una legge sbagliata» ha detto infine Amato, facendo riferimento al sistema elettorale. Anche per Amato concentrarsi sulla data delle elezioni è un errore: «Berlusconi ieri ha sbagliato. Vogliamo davvero andare alle elezioni con questa legge elettorale, e quindi con tanto di liste bloccate?», chiede Amato in mezzo agli applausi della platea. Per il ministro dell'Interno è però chiaro che per raggiungere l'obiettivo di una riforma del sistema elettorale e di quello istituzionale è però necessario aprire un dialogo con l'opposizione e dunque invita a mettere da parte, almeno «per un attimo» il fatto che Silvio Berlusconi sia proprietario di tre reti televisive in modo da avviare un confronto. L'appello, quindi, è a evitare «il gioco a rimpiattino che esiste da parte di entrambi gli schieramenti e che rende impossibile fare le riforme».