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Marini: Sulle riforme serve un'intesa bipartisan, ma c'è poco tempo

Dal nostro inviato Piero Fornara

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5 ottobre 2007

CAPRI - Il presidente del Senato Franco Marini, ospite del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Capri, ha scelto di arrivare nell'isola con l'aliscafo; a bordo c'erano anche diversi giornalisti accreditati per seguire l'evento ai quali Marini ha subito spiegato: «Per venire a Capri prendo sempre l'aliscafo. E per spostarmi a Napoli o a Firenze scelgo solo il treno». La precisazione è stata subito associata alla campagna per la riduzione dei costi della politica che molti nel Palazzo hanno sposato.
Dopo lo sbarco, la seconda carica dello Stato sale in funicolare e ammirando la famosa "Piazzetta" si meraviglia che alcuni giornalisti abbiano preferito arrivarci con il classico taxi bianco scoperto "caprese": «Avete forse perso la corsa della funicolare?» chiede. Quindi all'arrivo all'Hotel Quisisana, dove si svolgono i lavori del convegno, l'accoglienza delle "Iene": «Ma perché non sorride mai e ha sempre questa faccia come se fosse arrabbiato? » è la provocazione alla quale Marini risponde senza scomporsi: «Non è vero. Io sorrido anche». Anch il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D'Alema a Capri è stato "accolto" dalle e Iene che gli edono se ci sia dell'altro dietro la simpatia nei confronti del segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, ma D'Alema non raccoglie e risponde senza scomporsi: «C'è la politica». Insiste la "Iena": «Ma lei lo sa che sei comunista?»; risposta: «Ce l'aveva nelle carte». Altra domanda: «Aveva un rossore sul volto, Condoleezza?» risposta: «Il volto è scuro».
Marini è intervenuto sul palco dopo l'esposizione delle "tesi" da parte del presidente dei Giovani Imprenditori Matteo Colaninno. «Una sospensione delle ostilità per un patto tra le forze politiche e parlamentari che consenta di approvare le riforme istituzionali urgenti e indispensabili per il bene dell'Italia e degli italiani»: questo l'appello del presidente del Senato. Marini si è detto convinto che «il tempo a disposizione per chiudere questa infinita transizione non sia molto se non si vuole proseguire in quella specie di marcia del gambero inaugurata dalla riforma elettorale della scorsa legislatura» e ha sottolineato che «non c'è molto tempo per rimediare alla disaffezione e al disinteresse dei cittadini per la politica. Per questo mi chiedo perchè non possa prendere corpo nei rapporti tra le forze politiche e parlamentari, una sospensione delle ostilità, un patto che consenta di approvare queste riforme così tanto urgenti e indispensabili per il bene dell'Italia e degli italiani».
«Serve una maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti» ha detto ancora il presidente del Senato, dopo avere ricordato che le prime decisioni sono già state prese e ora «dobbiamo andare avanti per eliminare contraddizioni e privilegi» ma, ha aggiunto, «non sono accettabili attacchi generalizzati e generici alle istituzioni che hanno un significato puramente distruttivo». Nel suo intervento ha ricordato anche parole già espresse nel giugno 2006, quando auspicò una cooperazione tra le forze di maggioranza e di opposizione per affrontare «alcune grandi questioni centrali per il Paese». In questi mesi, ha proseguito il presidente del Senato, le «trincee sono più profonde; nei fatti manca ogni segno di dialogo tra le forze politiche per individuare un filo comune e dare così al Paese alcune riforme che tutti ritengono indispensabili anche se, proprio negli ultimi giorni, si è visto qualche spiraglio. Auspico - ha aggiunto - che si estenda e che vengano meno le ostilità espresse da alcune forze politiche».
Sulle riforme da fare in senso bipartisan Marini individua «pochi punti precisi per uscire da questa impasse»: un rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio, il superamento del bicameralismo perfetto, il varo del federalismo fiscale, la riduzione complessiva del numero dei parlamentari e, infine, la riforma elettorale. Su quest'ultimo capitolo, Marini sottolinea però come non spetti a lui «dare indicazioni o ricette» anche perchè in Senato su questo fronte è aperta la discussione.

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