Il Guardasigilli Clemente Mastella è stato iscritto a Roma nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di abuso d'ufficio, finanziamento illecito dei partiti e truffa. Si tratta delle stesse ipotesi di reato giá formulate a Catanzaro dal pubblico ministero Luigi De Magistris prima che l'inchiesta gli venisse tolta con l'avocazione da parte della Procura generale di Catanzaro. Gli atti dell'inchiesta (raccolti in 30 faldoni) in mattinata erano giunti a Piazzale Clodio per essere visionati dal capo della Procura Giovanni Ferrara, il quale, dopo averli esaminati, dovrà trasferirli al tribunale dei ministri che esaminerà la posizione del Guardasigilli. «Si tratta di un atto dovuto», ha commentato lo stesso Ferrara.
«Continuerò a lavorare con serenità, determinazione e trasparenza come Guardasigilli e come esponente politico della maggioranza», aveva detto nella giornata di venerdì lo stesso Mastella che poi, in un messaggio al congresso di Unicost, aveva chiarito: «Non sono nemico dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura», mettendo però in guardia le toghe dal cercare il «consenso della piazza, perché oltre questo confine non c'è più la giustizia quale noi conosciamo e vogliamo», Intanto, con una lettera inviata il 23 ottobre scorso, il presidente del Senato Franco Marini avrebbe informato Mastella di averscritto ai vertici della Procura di Catanzaro per verificare il
rispetto delle garanzie costituzionali, previste dall'articolo 68, riguardo l'iscrizione del Guardasigilli nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta "Why not".
E gli esposti che sono cominciati a piovere attorno all'inchiesta hanno determinato le prime mosse della Procura di Salerno, territorialmente competente ad indagare sui presunti reati commessi dai magistrati della Procura di Catanzaro: nei confronti di
de Magistris, indagato, si ipotizza il reato di abuso d'ufficio.
Le indagini condotte, fino all'avocazione, da De Magistris hanno scatenato un'altra polemica, che ha coinvolto ancora una volta Michele Santoro e la sua trasmissione
"Annozero". L'Udeur, il partito di Mastella, ha criticato con decisione la puntata andata in onda ieri su Raidue in cui è stato affrontato il caso che riguarda il ministro della Giustizia e che ha visto la partecipazione in collegamento dello stesso De Magistris:
«Uno spettacolo indegno» paragonato dal partito del Campanile ai «processi sommari stalinisti».
L'inchiesta di Catanzaro, intanto, prosegue: il pg Dolcino Favi, che ha avocato l' inchiesta di De Magistris, ha incontrato i Carabinieri per fare il punto delle indagini e
stabilire come procedere. Nei prossimi giorni sono in programma altre acquisizioni di documenti, dopo quella di giovedì nella sede del quotidiano dell' Udeur «Il Campanile», a Roma. Il Pg sentirà anche Pino Tursi Prato, ex consigliere regionale della Calabria che aveva cominciato a collaborare con De Magistris sul presunto utilizzo illecito di finanziamenti pubblici.