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Prodi contro Santoro. Mastella: pronto a sfiduciare la Rai

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6 ottobre 2007

La vicenda

Prodi critica Santoro. Mastella sfiducia il cda della Rai. Di Pietro si schiera con i magistrati. Salvi attacca il premier, il Polo gongola sulle divisioni dell'Unione ma Storace tuona: «C'è in giro una voglia di riscossa morale che il Centrodestra farebbe malissimo a ignorare».

Clima politico rovente, dopo la trasmissione Annozero di Santoro. Il premier prima la stronca: «Mi sembra che non vi si possa riscontrare nulla della serietà, della professionalità e dell'appropriatezza che dovrebbe avere una trasmissione che riguarda la giustizia ». E così finisce sotto tiro: «Non spetta a lui dare giudizi » protesta Cesare Salvi (Sd). «Tutto Prodi può fare - incalza il ministro Di Pietro - salvo dire che Santoro non possa svolgere informazione». «Niente gogne mediatiche, ma niente censura» afferma Sergio Bellucci (Prc). E il Verde Natale Ripamonti evoca «le epurazioni in stile berlusconiano ». Allora il premier aggiusta il tiro: ribadisce le critiche ma aggiunge che «nessuno ha pensato mai a restringere la libertà, o limitare una trasmissione ». La mattinata di ieri è cominciata con il Guardasigilli in conferenza stampa. Mastella, furioso, annuncia: «Presenteremo una mozione di sfiducia al Senato contro questo Cda Rai, che deve dare una regola comportamentale per tutti». Denuncia un presunto «Ku Klux Klan dell'informazione » e sostiene di essere «bersaglio di un linciaggio permanente da parte di vignettisti e giornalisti. Non voglio fare la fine scomoda per alcuni, ma finisco per essere oggetto di minacce e dunque chiederò tutela al ministro Amato».

Il ministro dice che Santoro e «Floris stanno lavorando per il ritorno del Cavaliere. Se salta Prodi arriva proprio il Cavaliere, ve lo dico io». Mastella spara anche un altro siluro contro il pm di Catanzaro, Luigi De Magi-stris: spedisce al Csm un'integrazione consistente dei rilievi a suo carico, in base ai quali c'è già la richiesta di trasferimento cautelare d'ufficio. Nelle inchieste "Poseidone" e "Why not" il pm avrebbe avuto, secondo Mastella, un «disinvolto rapporto con la stampa del tutto disattento ai profili di riservatezza delle attività di indagine preliminare» in particolare nel caso degli avvisi di garanzia nei confronti di Prodi e di Luigi Bisignani. Viene con-testata, poi, l'ipotesi di tardiva iscrizione nel registro degli indagati del senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli e del generale della Guardia di finanza Walter Cretella Lombardo. Il ministro in proposito parla di «grave anomalia » e sostiene che i nomi di Pittelli e Cretella Lombardo sono stati tenuti segreti in un armadio blindato della Procura di Catanzaro «senza alcun crisma di ufficialità». «È giusto, a tre giorni dalla decisione della sezione disciplinare del Csm sul suo trasferimento – si è chiesto il Guardasigilli in conferenza stampa – che De Magistris parli in Tv? Mi dispiace, non è un buon metodo. Questa mi appare un'intimidazione al Csm che deve giudicarlo ». L'avversario di sempre, Antonio Di Pietro, replica su tutta la linea: «Ci schieriamo con i magistrati affinché possano fare chiarezza in ogni campo e a tutti i livelli, dal povero cristo al potente di turno. L'ex collega Forleo – rileva –ha soltanto segnalato che a fronte di magistrati che fanno il loro dovere e applicano la legge, c'è una classe politica che cerca di intimidirli. È un fatto vero, e dirlo può far male, ma nulla vieta a un magistrato di dirlo ». Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, Rosy Bindi ( Solidarietà Sociale) e il presidente del Senato Franco Marini rinnovano la solidarietà a Mastella. Cauto il leader del Pd. Walter Veltroni: «Non ho visto la trasmissione ma solo i titoli dei giornali, mi riprometto si sentire quanto è stato detto. Ma credo che anche questa sia una espressione del malessere che c'è in Italia: sono saltati i ruoli, la politica invade campi che non sono suoi e viceversa». La sinistra radicale però insiste nella difesa di Santoro con il Verde Angelo Bonelli e il segretario del Prc Franco Giordano. Margherita Boniver (Fi) paragona la trasmissione ai «tribunali del popolo negli anni bui dello stalinismo ». Intanto De Magistris dichiara di volere «continuare a tacere sino alla decisione del Csm, senza cadere in alcuna provocazione. Posso solo ribadire - aggiunge - che sono sereno e tranquillo, convinto, come sempre, di poter dimostrare l'assoluta correttezza del mio operato e del mio lavoro».

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