«Non so se devo temere l'arrivo dei corazziepri a difesa di Villa Arzilla, ma una cosa è certa: Giorgio Napolitano non ha alcun titolo er distribuire patenti etiche. Per disdicevole storia personale, per palese e nepotistica condizione familiare, per evidente faziosità istituzionale». Lo dice il senatore Francesco Storace dopo la censura arivata dal Capo dello Stato per l'invio delle stampelle alla senatrice a vita Levi Montalcini. «E' indegno di una carica usurpata a maggioranza. E la smetta di soccorrere un governo moribondo a difesa di una signora talmente importante che anche quest'anno, come ha ricordato il presidente Calderoli, costerà tre milioni di euro agli italiani». «Nobel o no, i ricatti, dice Storace, si chiamano ricatti e i voti dei senatori a vita restano politicamente immorali. Come diceva fino a poco tempo fa un signore che la memoria l'ha persa a poco più di 55 anni». Il presidente del Senato Franco Marini, esprimendo la sua solidarietà a Napolitano, parla di «comportamento assolutamente inaccettabile», mentre il leader dei Ds Piero Fassino definisce quelle del senatore «espressioni vergognose e irresponsabili che squalificano chi le pronuncia. Ogni italiano sa con quanto rigore e dedizione il presidente Napolitano assolve al suo ruolo di garante delle istituzioni democratiche e della loro credibilità».
E mentre il presidente del Consiglio Romano Prodi chiede alla Cdl una «chiara presa di distanza» dal senatore, il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha detto: «Storace è estraneo allo spirito della Repubblica».