Votata la fiducia da parte del consiglio legislativo palestinese al nuovo governo di Hamas, guidato da Ismail Haniyeh, il quale dovrebbe giurare davanti al presidente Abu Mazen nella giornata di domani o al massimo giovedì.
Hanno votato a favore dell'esecutivo, su un parlamento che conta 132 membri, 71 dei deputati presenti; 36 parlamentari - tutti in rappresentanza di Fatah - hanno invece espresso parere contrario, mentre due si sono astenuti.
Prima dell'inizio della votazione, Haniyeh ha difeso il suo programma, attaccato dai deputati di Fatah. Il primo ministro ha rinnovato il suo appello ad un dialogo con la comunità internazionale lanciato lunedì in occasione del suo discorso di conferimento del mandato. «L'invito al dialogo fatto al quartetto (Russia, Stati Uniti, Onu, Unione Europea) – ha affermato - non vuol dire che siamo d'accordo con tutte le sue decisioni ma che chiediamo di aprire un dialogo senza condizioni». Un appello subito respinto dagli Stati Uniti, che pretendono da Hamas il riconoscimento del diritto all'esistenza dello Stato di Israele, la rinuncia alla violenza e il rispetto degli accordi israelo-palestinesi. Haniyeh ha anche invitato gli Stati Uniti «a una maggiore moderazione ad esprimere idee preconcette su un governo palestinese eletto tramite scrutinio».
Il nuovo governo conta 24 ministri. I posti chiave degli Affari Esteri, delle Finanze e dell'Interno sono occupati da alti responsabili di Hamas, rispettivamente Mahmoud Zahar, Omar Abdel Razik e Said Siam. Il voto di conferimento del mandato, previsto inizialmente ieri, era stato rinviato ad
oggi a causa del gran numero di deputati di Fatah che ha richiesto di prendere la parola. Numerosi esponenti del partito di Abu Mazen hanno accusato Haniyeh di ambiguità e di non aver tenuto conto, nel suo programma di governo, delle osservazioni del presidente dell’Autorità nazionale palestinese.
Chi è Ismail Haniyeh
Ismail Haniyeh, il premier palestinese che ha incassato oggi la fiducia del consiglio legislativo dell’Anp, è uno dei leader di Hamas più noti per le sue posizioni pragmatiche. Nasce 43 anni fa in un campo profughi di Chatti, vicino Gaza, da una famiglia originaria della città di Ashkelon, nel sud
di Israele. Compie i suoi studi presso un istituto finanziato dall' agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, ottiene un diploma presso la facoltà di Scienze della Formazione dell'Università islamica. Durante questi anni milita nell'organizzazione studentesca legata ai Fratelli Musulmani, formazione da cui nascerà Hamas.
Nel 1983 si iscrive all'Unione degli studenti dell' Università islamica, una associazione che dirigerà dal 1985 al 1986. In questo periodo si moltiplicano i conflitti tra gli studenti che fanno riferimento a Fatah, guidati da Mohammad Dahlan (ministro uscente degli Affari Civili) e quelli iscritti aderenti ai Fratelli Musulmani.
Durante la prima Intifada viene più volte imprigionato dalle autorità israeliane: sconta 18 giorni di carcere nel 1987, sei mesi nel 1988 e tre anni a partire dal 1989. Il 17 dicembre 1992 viene espulso da Israele per sei mesi e, assieme a decine di altri membri di Hamas e del movimento radicale della Jihad islamica, si rifugia in Libano.
Durante gli anni di lotta si guadagna la stima dei suoi compagni di Hamas grazie alla sua calma, alle sue posizioni pragmatiche e alla volontà di preservare l'unità del popolo palestinese, qualità che gli valgono anche il rispetto dei capi di altre fazioni palestinesi.
Sfuggito nel settembre del 2003 ad un bombardamento da parte di un aereo israeliano, dopo l'uccisione dello sceicco Yassin, di Abdelaziz Rantisi e di Ismail Abu Shanab, Haniyeh è considerato, assieme a Mahmud Zahar, il più importante dirigente politico di Hamas nella Striscia di Gaza. Sposato e padre di 11 figli, incarna il tentativo di conciliazione in Hamas tra i fautori della resistenza armata e quelli che preferiscono lottare con le armi della politica e della diplomazia.