La striscia di Gaza è sotto assedio: l'esercito di Tel Aviv minaccia un'offensiva terrestre per liberare Gilad Shalit, il caporale diciannovenne rapito dai militanti palestinesi domenica 25 giugno.
Il confronto tra lo stato ebraico e quello palestinese sembra vicino al punto di rottura. Il premier israeliano Ehud Olmert ha deciso di schierare i soldati: due reggimenti di fanteria e due battaglioni corazzati sono pronti a intervenire, mentre le motovedette pattugliano il mare e l'aviazione effettua voli di perlustrazione nella zona del Sinai.
Il rapimento di Gilad Shalit è avvenuto dopo un attacco a una postazione militare israeliana presso il valico di Kerem Shalom, a sud della striscia, organizzato da tre gruppi di estremisti islamici, tra cui le brigate Ezzedine al-Qassam (braccio armato di Hamas) e i Comitati di resistenza popolare. Il 26 giugno i militanti hanno inviato alle redazioni giornalistiche di Gaza un fax con la loro richiesta: la liberazione dalle carceri ebraiche delle donne e dei ragazzi sotto i 18 anni. Il ministro palestinese per i prigionieri, Wasfi Kibha, ha precisato che nei penitenziari israeliani si trovano 150 detenute e 360 giovani d'età inferiore ai 16 anni. I sequestratori hanno motivato il loro gesto come vendetta per i 22 civili palestinesi rimasti uccisi nei giorni scorsi, colpiti dai bombardamenti israeliani.
L'attuale situazione sul confine di Gaza potrebbe esplodere da un momento all'altro. Il governo di Tel Aviv ha chiarito che non sono previste trattative per uno scambio dell'ostaggio con i prigionieri. «Il momento di lanciare un'operazione su vasta scala si avvicina, non aspetteremo all'infinito, perché non abbiamo intenzione di sottostare al ricatto di Hamas», aveva dichiarato ieri sera, lunedì 26 giugno, il premier Olmert. Il capo dell'esecutivo aveva poi aggiunto: «A partire da ora, dietro mio ordine, la Striscia di Gaza è completamente isolata sia via mare che via terra. Nessuno può entravi o uscire, ed è una prima misura, ne prenderemo altre con pazienza e sangue freddo, ma con la più grande fermezza».