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3 novembre 2006

Le battaglie chiave al Senato: uno per uno i protagonisti della "sporca" campagna

di Elysa Fazzino

La campagna più sporca delle elezioni 2006 ha come protagonista il senatore repubblicano della Virginia George Allen. Solo qualche mese fa, pensava di candidarsi alla Casa Bianca nel 2008. Ora, cerca solo di stare attaccato alla poltrona, dopo che la sua campagna elettorale è degenerata su toni sempre più squallidi. Ha destato sospetti di razzismo quando ha dato del “macaco” a un cameraman di origine indiana che lavora per il rivale democratico Jim Webb. Ha mostrato imbarazzo per la recente scoperta che sua madre è ebrea: «Ho comunque mangiato un sandwich con prosciutto a pranzo. E mia madre cucinava eccellenti cotolette di maiale», ha risposto a un cronista. Ha disprezzato i romanzi di guerra scritti da Webb, puntando il dito sui brani a luci rosse spulciati nei suoi libri: passaggi che Allen ha definito sessualmente espliciti, osceni e insultanti per le donne.
Ma Webb, ex marine ed ex ministro della Navy di Ronald Reagan diventato scrittore professionista, è favorito. E’ sempre stato contro la guerra in Iraq, un argomento che attira un numero crescente di consensi, e nella sua campagna ha avuto l’appoggio di Bill e Hillary Clinton.

Missouri
La gara del Senato è dominata dal referendum sulle cellule staminali abbinato al voto politico. Il clima si è infiammato dopo lo spot elettorale dell’attore Michael J. Fox, che ha chiesto di votare per la candidata democratica Claire McCaskill perché sostiene la ricerca sulle cellule staminali. Fox – diventato famoso con il film “Ritorno al Futuro” - ha il morbo di Parkinson e nello spot il suo corpo è scosso da tremiti continui. Molti lo criticano per avere esibito i sintomi della malattia, accusandolo anche di averli esagerati. Il senatore repubblicano in carica, Jim Talent, è contro l’aumento dei fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali. Il suo seggio traballa ma il referendum potrebbe mobilitare alle urne gli ultraconservatori e favorire la sua rielezione.

Montana
E' uno degli stati dove Bush è andato a fare comizi per risollevare i candidati del suo partito. Il senatore repubblicano con tre mandati alle spalle, Conrad Burns, sta cercando di prendere le distanze dal lobbista Jack Abramoff, sotto inchiesta per corruzione. Sembrava destinato a cedere il passo all’antagonista democratico Jon Tester, ma negli ultimi giorni ha recuperato terreno grazie alla propaganda sull’aumento delle tasse inevitabile in caso di vittoria democratica.

Tennessee
Le spaccature razziali possono svolgere un ruolo determinante nel Tennessee, stato del Sud tradizionalmente repubblicano, dove è in gioco il seggio lasciato libero dal leader di maggioranza del Senato Bill Frist. Il nero democratico Harold Ford spera di fare storia diventando il primo senatore afro-americano eletto nel Sud dai tempi della Ricostruzione dopo la Guerra Civile. Per lui è una gara tutta in salita, soprattutto dopo le polemiche suscitate dalle spot del rivale repubblicano Bob Corker: una donna bianca a spalle nude dice di avere incontrato Ford a un “Playboy party” e gli sussurra in modo seducente «Call me», chiamami.

Pennsylvania
I repubblicani al potere vengono già dati per spacciati in Pennsylvania, dove il senatore repubblicano Rick Santorum è in svantaggio rispetto al candidato democratico Bob Casey Jr., tesoriere dello Stato e figlio dell’ex governatore.

Ohio
Dai repubblicani è considerato perso anche l’Ohio: il senatore Mike DeWine è ormai sorpassato nei sondaggi dal democratico Sherrod Brown.

Rhode Island
A rischio pure il seggio del senatore repubblicano Lincoln Chafee: lo stato tradizionalmente “blu” ovvero democratico potrebbe premiare questa volta il democratico Sheldon Whitehouse.

New Jersey
Il senatore democratico Robert Menendez dovrebbe restare in sella, nonostante il rivale repubblicano Tom Kean lo abbia martellato di accuse di corruzione. Menendez ha contrattaccato rimproverandogli di avere appoggiato la politica di Bush sull’Iraq e questo argomento giova ai democratici.

I pezzi da novanta
Tra i big in lizza nel mid-term, gli occhi sono puntati sulla senatrice democratica Hillary Rhodam Clinton: il suo seggio nello stato di New York è dato per sicuro, per sfortuna del candidato repubblicano John Spencer. Scontata anche la rielezione di Ted Kennedy nel Massachusetts. Nel Connecticut il senatore uscente democratico Joe Lieberman si presenta come indipendente dopo essere stato battuto nelle primarie del suo partito perché troppo “pro guerra”: può farcela, con i voti repubblicani, ma voterà, comunque, coi democratici in Senato.



 

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