8 novembre 2006 |
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Bush ammette la sconfitta. Cambio della guardia alla Difesadi Piero Fornara |
«Mi congratulo con i democratici per la loro vittoria» ha affermato il presidente degli Stati Uniti George Bush aprendo la conferenza stampa sui risultati delle elezioni di «mid term», mercoledì sera 8 novembre. Bush ha accolto l'appello alla collaborazione di Nancy Pelosi, leader in pectore della Camera dei Rappresentanti e ha detto di voler agire con il nuovo Congresso in maniera bipartisan: «La campagna elettorale è finita e ora lavoriamo insieme». Il presidente ha ammesso che l'andamento della guerra in Iraq «ha avuto un peso» sull'esito del voto di metà mandato, che ha consegnato ai democratici la maggioranza alla Camera e forse anche quella del Senato (i democratici sono in testa 50 a 49 seggi e manca il risultato definitivo sulla Virginia).
Nella conferenza stampa il presidente ha spiegato di avere concordato con il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld che «è ora di cambiare» la leadership del Pentagono e ha scelto Robert Gates come successore di Rumsfeld, per il quale ha avuto parole d'apprezzamento e d'amicizia. Gates, 63 anni, è un veterano dell'intelligence americana ed era stato direttore della Cia negli anni della presidenza di George Bush padre. Il capo della Casa Bianca ha comunque ribadito l'impegno «a vincere in Iraq», pur indicando che «c'è una nuova leadership» della Difesa Usa.
Il voto di mezzo termine lascia senza maggioranza il presidente repubblicano, che deve ora confrontarsi con un Congresso dove i democratici controllano la Camera e finiranno, forse, per controllare anche il Senato, quando i lunghi conteggi in Virginia saranno finiti (potrebbero volerci settimane).Nelle alchimie del potere di Washington, la Camera, che controlla l'agenda del Congresso, conta più del Senato e la "dittatura" della maggioranza è molto più ferrea alla Camera, dove basta un voto di margine per decidere, che al Senato, dove, se un partito non ha almeno 60 seggi, deve fare sempre i conti con l'altro.
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