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9 novembre 2006

Elezioni Usa, anche il Senato ai democratici. Bush ammette la sconfitta. Cambio della guardia alla Difesa

di Elysa Fazzino

Quando il candidato democratico della Virginia sarà decretato vincitore di un seggio al Senato, i democratici avranno il controllo dell'intero Congresso, Camera e Senato. La vittoria in Virginia del democratico Jim Webb, che ha un vantaggio di circa 7.200 voti sul rivale repubblicano George Allen, è stata dichiarata nella notte dai media Usa. Con questo seggio, l'ultimo in sospeso, i democratici avranno i 51 voti necessari per essere in maggioranza al Senato.

Il caso Virginia non è però ancora chiuso. Webb ha dichiarato vittoria e ha cominciato a organizzare il suo staff per il Congresso, ma il senatore uscente Allen non ha ancora ammesso la sconfitta. Allen avrebbe deciso di fare oggi - al termine degli ultimi conteggi - una dichiarazione pubblica per prendere atto del risultato ed evitare di trascinare la battaglia elettorale in una lunga riconta. Avrebbe il diritto di chiedere una riconta, poiché la legge della Virginia la prevede in caso di una differenza di voti inferiore all'1 per cento.

I democratici hanno già ottenuto cinque seggi cruciali per il controllo del Senato: Ohio, Pennsylvania, Rhode Island, Missouri e Montana. Il democratico Jon Tester.ha battuto il repubblicano Conrad Burns, nel Montana, per meno di 1.800 voti. Anche in questo caso, il candidato repubblicano non ha ammesso la sconfitta, ma non è chiaro se intenda chiedere una riconta. È stata vinta con una margine molto più ampio - oltre 40mila voti - la sfida del Missouri, dove la democratica Claire McCaskill, sostenitrice della ricerca sulle cellule staminali, ha battuto il repubblicano Jim Talent. Tra gli stati che erano in bilico, i democratici hanno perduto il Tennessee: il repubblicano Bob Corner ha battuto il democratico Harold Ford Jr., che contrariamente alle sue speranze non è diventato il primo senatore nero eletto da uno stato del Sud dai tempi della Ricostruzione. In caso di pareggio dei seggi, 50-50, i repubblicani manterrebbero il controllo perché il vicepresidente Dick Cheney - che è presidente del Senato - potrà esprimere il voto decisivo.

La maggioranza al Senato sarà comunque risicata: 49 seggi sono dei democratici, 49 dei repubblicani e 2 sono di indipendenti (Joe Lieberman e Bernie Sanders) che hanno detto che voteranno con i democratici.

Alla Camera, che da dodici anni era in mano ai repubblicani, i democratici hanno 232 seggi su 435 (la maggioranza è 218), dopo avere strappato ai repubblicani una trentina di seggi.

Con la vittoria dei democratici alla Camera, Nancy Pelosi diventerà la prima donna - e la prima italo-americana - a essere speaker della Camera. «È una grande vittoria per il popolo americano», ha detto la Pelosi, impegnandosi a lavorare in modo bipartisan, di combattere la corruzione e cambiare la rotta nella situazione "catastrofica" dell'Iraq. «Presidente, lavoriamo insieme per trovare una soluzione», ha detto rivolgendosi a George W. Bush...

Gli exit polls hanno mostrato che il voto di midterm è stato un voto contro Bush e contro i politici corrotti, molti dei quali sono repubblicani: sei americani su dieci disapprovano Bush e il 42% considera la corruzione uno dei problemi principali di queste elezioni. Il 40% ha indicato il terrorismo, il 39% l'economia e il 37% la guerra in Iraq. Tuttavia, il 57% è scontento di come vanno le cose in Iraq, un'insoddisfazione che è stata il leitmotiv della campagna elettorale. I risultati sono arrivati col contagocce, anche per i ritardi provocati dai problemi di funzionamento delle macchine per il voto elettronico.

Com'era previsto, è stata rieletta a New York la senatrice Hillary Clinton, che nonostante il seggio sicuro ha speso per la sua campagna più del doppio di altri candidati impegnati in gare incerte. L'ex First Lady ha speso la bellezza di 29,5 milioni di dollari. Uno spreco se si trattava solo di battere il repubblicano senza chances John Spencer, ma non se Hillary vedeva la campagna del mid-term come una prova generale della corsa alla Casa Bianca del 2008. È stato rieletto, come era scontato, il senatore del Massachusetts Ted Kennedy.

I democratici sono ora in maggioranza anche tra i governatori: almeno 27 su 50 appartengono al partito democratico. Ma in California è stato rieletto trionfalmente governatore il repubblicano Arnold Schwarzenegger, l'ex Terminator.

È stato eletto anche il primo deputato musulmano del Congresso degli Stati Uniti, Keith Ellison, vittorioso in Minnesota.

L'affluenza alle urne è stata alta, almeno per gli Stati Uniti dove solo la metà degli elettori va a votare per le presidenziali e intorno al 40% nelle elezioni di mid-term. Questa volta potrebbe essere superato il record di affluenza del 42,1% registrato finora. La partecipazione al voto è stata particolarmente forte negli stati con competizioni serrate.

È stata la campagna più costosa della storia delle consultazioni di metà mandato: il Center for Responsive Politics stima ora una spesa di 2,8 miliardi di dollari, il 27% in più rispetto al 2002.



 

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