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20 dicembre 2006

Unicef: italiani primi nel turismo sessuale in Kenya

Italiani, tedeschi e svizzeri sono tra i maggiori clienti delle prostitute bambine in Kenya, secondo un rapporto dell' Unicef appena diffuso. Oltre 15.000 ragazzine tra i 12 e i 18 anni si prostituiscono, anche se non abitualmente, nella zona costiera del Kenya dove è maggiore l' afflusso di turisti, in cambio di soldi o regali. Il fenomeno, si afferma nello studio dell' Agenzia dell' Onu per la protezione dell' infanzia e del governo di Nairobi, riguarda il 30% delle adolescenti che vivono nella zona.
La prostituzione è la principale attività remunerata per un numero di ragazzi e ragazze compreso tra i 2.000 e i 3.000 che vivono nella zona della costa.
I clienti sono italiani per il 18%, tedeschi per il 14%, svizzeri per il 12%. I kenyani rappresentano il 38% dei clienti.
«È inaccettabile. L'Unicef ritiene che è venuto il momento per imporre la tolleranza zero... in particolare per ciò che riguarda le violenze sessuali nei confronti dei minori», ha dichiarato il portavoce dell'organizzazione Michael Bociurkiw.
Secondo l' Unicef, è necessario porre fine alla tolleranza culturale nei confronti della prostituzione minorile nelle zone turistiche del Kenya.
Lo studio afferma che un'altissima percentuale, pari al 75%, delle persone coinvolte nell' attività turistica accetta l' idea della prostituzione infantile femminile, e il 60% pensa lo stesso della prostituzione minorile maschile.
«I minori sono spesso costretti ad avere rapporti sessuali con kenyani - addetti alla spiaggia, personale dei bar, camerieri - per avere accesso ai turisti», denuncia il rapporto dell'Unicef che lancia un appello alle autorità del Kenya, alla società civile e all'industria turistica a unire i rispettivi sforzi per lottare contro il fenomeno della prostituzione infantile.



 

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